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Giovedì 15 Febbraio 2018, A partire dallo scandalo scoppiato negli Stati Uniti con il “caso Weinstein” e propagatosi fino in Europa, le molestie, da tabù, sono diventate un tema caldo.
Le molestie sessuali non si configurano come reato, ma si collocano al confine tra la “molestia” e la “violenza sessuale”. I mass media hanno dato ampio spazio alle vittime che hanno denunciato molestie di diversa natura e gravità, le quali hanno contribuito a delineare più nettamente un fenomeno profondamente radicato. Tuttavia, nell'eterogeneità dei casi, si corre il rischio di fare eccessive generalizzazioni, non facendo le dovute distinzioni in merito alla gravità dell’atto subito e, talvolta, le necessarie differenziazioni tra corteggiamento e molestia.
A tenere alti i toni del dibattito sono soprattutto coloro i quali sostengono che il mondo sia pieno di potenziali Weinstein, come si evince dal fatto che sono bastate poche denunce per far emergere un fenomeno di dimensioni mondiali. Le molestie sono più condannabili quando avvengono nel luogo di lavoro, dove si presume vi sia uno squilibrio nei ruoli dei soggetti coinvolti.
Le donne che subiscono molestie hanno paura di denunciare perché rischiano di perdere il posto di lavoro, di subire ritorsioni nella vita privata o che la molestia subita sia valutata con leggerezza, come semplice atto di corteggiamento. C’è inoltre sfiducia nelle istituzioni e nei loro tempi d’intervento, nonostante i dati sulle molestie sessuali siano allarmanti e ci sia urgenza di un intervento condiviso per porre freno a pratiche che potrebbero anche costituire reato.
I critici di quest’ondata di delazioni, soprattutto se tardive, sostengono che si sia innescata una vera e propria “caccia alle streghe” che distrugge carriere e famiglie attraverso un processo mediatico, colpevolizzando preventivamente senza possibilità di difesa.
Le dinamiche che si verificano tanto nei posti di lavoro quanto nella vita di tutti i giorni fanno parte di un vero e proprio gioco della seduzione. Le donne non denunciano perché è un meccanismo che, in determinati casi, può portare un vantaggio superiore. L’opinione pubblica fa passare per vittima anche chi sfrutta ed è complice di tale gioco: pur facendo le opportune distinzioni, infatti, non è raro che alcune donne, consapevolmente, sfruttino tale sistema per fare carriera.
Questa ondata di “finto perbenismo” rischia di confondere corteggiamento e molestia, a detrimento del gioco della seduzione nel rapporto uomo/donna.
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