Venerdì 14 Febbraio 2020,
C’è un legame che unisce due settori apparentemente distanti come quello del petrolio e il calcio, che in questo particolare momento appare più visibile rispetto a epoche precedenti e passate. In parte questa unione è dovuta al fatto che Sauditi, emiratini e quatarini, stanno attraversando una fase di conflitti economico-finanziari, che non si verificava ormai da lungo tempo.
Contemporaneamente c’è un evento che crea evidenti connessioni tra il mondo del calcio e quello del petrolio, con una deadline piuttosto perentoria: si tratta del prossimo campionato mondiale di calcio del 2022, che si terrà il Qatar, tra il 21 novembre il 18 dicembre 2022. Per la prima volta il calcio parlerà arabo, dando un ennesimo segnale di come l’interesse economico e commerciale per questo tipo di sport e di spettacolo, si colleghi con la politica del petrolio e dell’economia degli Emirati.
Il legame tra il petrolio e il calcio mondiale oggi
Un segnale che era stato già lanciato durante gli anni scorsi, quando gli arabi hanno deciso di investire sul calcio, specialmente attraverso la Premier League, la Ligue 1 e la Liga, mentre in Serie A, in Italia, non c’è stato ancora nessun club che si è accordato con il mondo arabo, nonostante i segnali di avvicinamento appaiono sempre più chiari ed evidenti. L’ultimo, in particolare, ha riguardato la finale di Supercoppa d’Italia, disputata a Riad in Arabia Saudita, tra la Juventus e la Lazio.
Per l’occasione la formazione bianconera ha indossato una maglia esclusiva con i nomi dei propri giocatori scritti in arabo, progettata con il lavoro in sinergia tra il club torinese e l’artista saudita-marocchino Shaker Kashgari. Un altro segno ed elemento di vicinanza tra la cultura araba e il mondo del calcio, in vista dei prossimi mondiali di calcio, che per la prima volta verranno disputati durante l’autunno, anziché nel periodo estivo.
Calcio e petrolio: un binomio sicuro e vincente
Per quanto riguarda il binomio tra il mondo delle scommesse sportive calcio e la finanza, bisogna inoltre considerare i molteplici elementi che li collegano, sia in modo diretto, sia indirettamente, attraverso sponsor come ad esempio la Fly Emirates, che negli anni è stato presente sulle divise di squadre di blasone internazionale come ad esempio Milan, Real Madrid, Arsenal e Amburgo, a cui bisogna poi accostare anche la Qatar Airways per il Barcellona e la Etihad per il Manchester City.
E’ evidente come il mercato petrolifero durante questi ultimi 15 anni abbia finanziato e sponsorizzato la crescita di club come il Manchester City e il PSG, che oggi sono salite di livello, arrivando allo stesso rango, se non maggiore rispetto a club di tradizione sportiva come il Liverpool e il Real Madrid. In Italia tuttavia non c’è ancora stato un contatto diretto come invece è avvenuto in Spagna, Inghilterra e Francia, dove gli emiri hanno saputo investire puntando sul calcio, sport che oggi anche nei Paesi Arabi è seguito da un numero crescente di sostenitori, appassionati e tifosi.
La creazione di nuove infrastrutture per il mondiale di calcio in Qatar
Un segnale univoco di come si stia lavorando per creare nuove infrastrutture, che culminerà con i prossimi mondiali del 2022 in Qatar. E’ evidente quindi che il settore del calcio sia legato anche agli abbassamenti dei prezzi del greggio, in una dimensione macro-economica, che ne determina il successo sportivo e finanziario-economico.
Si pensi ad esempio ai successi del Manchester City in Premier League, ma anche alla costruzione di una squadra all-stars, come quella del PSG, che attualmente è forse la più prestigiosa, per il numero di campioni che giocano assieme nello stesso club. Il futuro del calcio parla più che mai in lingua araba, e presto questo diventerà una realtà anche per quanto riguarda il nostro Paese, probabilmente a partire dalle serie minori, per poi arrivare anche al campionato di serie A e di B.
(editoriale)