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Categoria: Spettacoli | Venerdì 12 Aprile 2019, Preceduta da un’anteprima il 17 aprile, torna a Parma dal 2 al 5 maggio «May Days», la rassegna di danza che, giunta alla terza edizione, arricchisce la rete dei suoi promotori con la partecipazione del Teatro Due, che va ad unirsi a Europa Teatri e al Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti nella realizzazione dell’iniziativa. Nasce così un calendario di appuntamenti unitario, che integra tre teatri della città, secondo un impegno congiunto nella valorizzazione della danza contemporanea. Alla base c’è una concezione ampia e plurale del suo statuto tecnico-espressivo, frutto di un intreccio dialogante di poetiche e di scritture che sconfinano nel teatro e nelle arti del contemporaneo. Una danza che non a caso è ridefinita con spirito eterodosso nelle esperienze artistiche presenti al festival, se si pensa, per fare due soli esempi, al termine “ballo” usato in accezione sostitutiva al posto di danza come «movimento collettivo e comunitario» da Claudia Castellucci, o all’idea di “Balletto Civile”, che fin nel nome della Compagnia registra una poetica di combattivo impegno da parte Michela Lucenti, artista che parte “dal corpo e non esattamente dalla danza”, per usare le sue stesse parole. Una danza la cui ricerca muove da ambiti eterogenei, come ad esempio lo studio delle modalità creative in uso nelle arti visive della prima metà del ‘900 per Giuseppe Vincent Giampino, o che scava nell’ambiguità delle maschere della Commedia dell’Arte nel lavoro di Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi. Una danza, non a caso, spesso agita, più ancora che da danzatori, da performer, altra parola che in sé contiene echi fecondi di altre discipline, e attraversa il lavoro, oltre che della stessa Lucenti, di Francesca Pennini e del CollettivO CineticO, di Giuseppe Vincent Giampino, di Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi. E non è un caso l’emergere di un bisogno di riflettere su orizzonti di estetica e poetica negli artisti presenti, in un’iniziativa come «May Days», in cui è forte l’attenzione a integrare i due momenti: della fruizione e della riflessione, della visione e della formazione, e ad allargare il raggio della relazione tra artisti, danzatori e pubblico e di favorire una più efficace e profonda relazione con gli spettatori.