Moby Prince Bomba a bordo la commissione d'inchiesta riapre la pista

Approfondimenti su: Attualita' ultima settimana e Attualita' ultimo mese

Categoria: Attualita' | Venerdì 20 Gennaio 2017, Un'esplosione a bordo. L'avaria del timone. L'impossibilità per il comandante del traghetto Moby Prince di seguire la rotta per Olbia. La collisione con la petroliera Agip Abruzzo. La tremenda cascata di petrolio infuocato che si rovescia sul traghetto. Questo scenario - escluso dalle inchieste giudiziarie sulla tragedia della Moby Prince - viene ora riesaminato dalla commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro che il 10 aprile 1991 costò la vita a 140 persone (66 membri dell'equipaggio e 75 passeggeri) appena partite da Livorno e dirette a Cagliari. Unico superstite, il mozzo Alessio Bertrand, salvato un'ora e 25 minuti dopo la collisione. La commissione parlamentare - presieduta dal senatore Pd Silvio Lai - ha depositato la relazione intermedia, approvata all'unanimità, sulla attività svolta dal 4 novembre 2015 al 31 luglio 2016.

I commissari sono convinti che la tragedia non sia stata causata da disattenzione o negligenze nella conduzione del traghetto e hanno rivalutato l'ipotesi della esplosione a bordo prima della collisione: una ipotesi esclusa in sede giudiziaria. Un'esplosione ci fu sicuramente a prua del traghetto. I giudici l'hanno attribuita alla concentrazione di vapori incendiabili giunti nel vano macchine dopo la collisione. I commissari hanno individuato una diversa "pista interpretativa", suggerita in particolare dalla audizione dell'ex ministro dell'Interno Vincenzo Scotti, che ha consegnato alcuni appunti dell'allora capo della polizia Vincenzo Parisi. In una nota del 28 gennaio '92 Parisi confermava presenze di esplosivo "a uso civile" in un locale a prua del traghetto "ove, probabilmente alcuni istanti prima della collisione, avvenne una deflagrazione". In un altro appunto Parisi riferiva di "tracce di tritolo e di nitrato di ammonio rinvenute nei locali dei motori elettrici delle eliche di prua".

Gli investigatori escludevano al momento la pista terroristica ipotizzando "un'azione intimidatoria di natura estorsiva oppure il casuale scoppio di materiali esplodenti abusivamente trasportati a bordo". Insomma, all'epoca si riteneva che a bordo del traghetto fosse scoppiata una bomba prima della collisione con la petroliera. L'esplosione avrebbe causato danni limitati e dunque vi sarebbe stato un po' di tempo per l'equipaggio, il cui comportamento è giudicato encomiabile, di radunare i passeggeri: questo spiegherebbe perché parte delle vittime fu ritrovata con i giubbotti di salvataggio indosso, alcuni anche con i bagagli, nel salone De Luxe, "il luogo più protetto del traghetto", in attesa dei soccorsi giunti troppo tardi. La commissione ritiene necessarie nuove perizie sulla possibilità che sia esplosa una bomba

>> continua a pagina 2 >>


Questa pagina usa cookie tecnici. Accetta