“La luce del ritorno - Dopo tanto buio fuoco un’alba di luna” di Maria Teresa Liuzzo

Postfazione e Glossario a cura di Mauro D’Castelli, Reggio Calabria, A.G.A.R. Editrice 2022, pp. 184

LA LUCE DEL RITORNO – DOPO TANTO BUIO FUOCO UN’ALBA DI LUNA –

Condannava il futuro, un nuovo Olimpo. Moriva invece, dentro il petto, il cuore. La follia abbracciava la ragione. Nuda essa giaceva con la durata di una breve fioritura. Un mestolame fantasma raccoglieva i lividi portandoli in superficie. Una sugillazione da trattare con unguenti. Nella caverna tramava un’ombra. Tremava la mano della notte. Tornava il palmo una pagina aperta. Su un fianco del mondo il sonno in un nido di fiamme dorate.

Cresceva l’arroganza ovunque nel mondo come la fame. Un bimbo abbracciava fantasmi su campi minati. Respirava un’aria di seta e di stanze pulite di vocali; le consonanti apparecchiavano la sua morte, dopo avere steso i panni ad asciugare. In cucina la guerra indossava un grembiule e assaggiava le pietanze. Il quadro alla parete era per rievocare un momento di gloria, era di legno di lentischio tenuto appeso da un vinciglio della stessa pianta. Il sangue usciva da una crepa nel muro. Mutilata la pagina. Le erano stati strappati gli occhi, le labbra, il respiro. Si era fatto tutto in silenzio e ciò bastava.

Ero diventata un’altra e mi sentivo finalmente libera da ogni schiavitù. Ora la mia pelle profumava d’inchiostro e di terra, colma di miele la bocca. Polveri di fiori intorno, brillavano le ore, di sapere, di pace, di sapori. Quanto pesava questo amore senza più un sogno!

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