Dati personali sull’AI: quale controllo?
Quando lavori nella tecnologia sei consapevole che ogni cambiamento ti coinvolge, prima o dopo, e per la cosiddetta “AI” è stato lo stesso. In uno strumento che si appresterebbe a sostituire i motori di ricerca “tradizionali” almeno nelle grandi aziende tech, la prima cosa da fare è capire quanto affidabili siano.
SPOILER: al momento, poco. Almeno per quanto riguarda informazioni su piccole aziende o community. Perché solo i produttori dei bot stessi hanno la possibilità di correggere le informazioni o, forse, (il che è peggiorativo) tutti possono dire tutto.
Fa comodo avere i propri dati, estratti dalle nostre stesse fonti, in risposta alle domande verso i bot? Sì, decisamente in molti casi sì. A me li ha presi direttamente dalla bio nel profilo WordPress e a me va bene così.
Tuttavia per come stanno ora le cose, se per qualunque ragione cambio vita, non posso chiedere al motore conversazionale di aggiornare le mie info al volo, né c’è un modo per dirgli di verificare che io abbia immesso effettivamente quei dati.
Chiunque potrebbe scrivere in un sito informazioni diffamatorie sul conto di terzi, e il bot le acquisirebbe come vere e se anche il malcapitato facesse chiudere l’origine, il bot non è detto che si aggiorni subito. Magari sì, ma come potremmo verificarlo?
Se per esempio a causa del “Wp Drama” (azioni legali e dispute varie) qualcuno dicesse “non devi più menzionare WordPress nelle tue bio”, sarebbe un problema enorme.
Approfondimento: Articolo semi-serio su AI e dati fuori controllo.
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