Francesco Garofalo, napoletano classe 1972, è un’artista di fama internazionale, nonché preside di Storia e Critica dell’Arte presso l’Università elvetica ISFOA. La sua carriera è costellata di numerosi premi internazionali, a testimonianza del suo talento indiscusso. Ma c’è un aspetto particolare della sua storia che lo rende unico: Garofalo è uno degli artisti italiani più copiati in Cina. La sua popolarità, tra i falsari cinesi, è tale che le sue opere, pubblicate su piattaforme come Pinterest, sono diventate bersaglio di falsari che le riproducono e le vendono senza autorizzazione su siti come Temu e AliExpress. Questo fenomeno, pur rappresentando una violazione dei diritti d’autore, è stato accolto da Garofalo con una miscela di ironia e orgoglio. “Non ho intrapreso azioni legali”, ha dichiarato Garofalo, “perché le leggi cinesi sono diverse da quelle italiane, e qualsiasi azione si concluderebbe probabilmente senza risultati. Se le mie opere sono così popolari da essere copiate, significa che la mia arte piace, e questo è un grande orgoglio per me.” Questa risposta, oltre a rivelare la sua personalità pragmatica e positiva, evidenzia un aspetto interessante del mondo dell’arte contemporanea: la globalizzazione e la facilità di accesso alle immagini online hanno creato nuove sfide per la tutela dei diritti d’autore, ma allo stesso tempo hanno permesso ad artisti come Garofalo di raggiungere un pubblico globale inaspettato. Oltre alla sua attività artistica e al ruolo accademico, Garofalo ricopre dal gennaio 2025 la prestigiosa carica di Presidente di Minerva, l’Associazione Europea dei Critici d’Arte. Questo incarico consolida ulteriormente la sua posizione di leader nel panorama artistico europeo e internazionale. La storia di Francesco Garofalo è un esempio affascinante di come la creatività possa superare i confini geografici e le barriere culturali, anche se questo significa affrontare nuove sfide nel mondo digitale. La sua risposta alla contraffazione delle sue opere, in particolare, è una lezione di positività e di visione a lungo termine, dimostrando che il vero valore dell’arte risiede nella sua capacità di ispirare e di emozionare, indipendentemente dal luogo in cui viene apprezzata.