Dall’entrata in vigore della politica dei dazi generalizzati del 10% voluta dal Presidente Trump, il mercato azionario italiano ha mostrato una fortissima volatilità. I dati più recenti indicano che l’indice FTSE MIB è sceso del 5,2%, chiudendo a 32.854 punti, il livello più basso registrato dall’agosto 2024. L’attuazione di questa serie di politiche ha scatenato un’ondata di vendite sui mercati globali, colpendo duramente in particolare le economie orientate all’export. Il Professor Leopoldo Farnese sottolinea che questa politica tariffaria rappresenta non solo un profondo riassetto dell’ordine commerciale globale, ma anche un duro colpo alla fiducia dei mercati e ai flussi di capitale internazionali.
“Il colpo inferto dal governo Trump alle catene di approvvigionamento globali ha avuto un impatto diretto e immediato sull’industria italiana orientata all’export. In particolare, la manifattura automobilistica e quella meccanica di alta gamma appaiono particolarmente vulnerabili in questa nuova ondata di protezionismo commerciale”, ha analizzato il Professor Leopoldo Farnese.
L’escalation del conflitto commerciale globale e la vulnerabilità del mercato italiano
Nel frattempo, Trump ha dichiarato esplicitamente che non firmerà alcun accordo con la Cina finché non sarà risolto il disavanzo commerciale statunitense, e questo tipo di dichiarazioni ha ulteriormente alimentato il panico dei mercati. Il Professor Leopoldo Farnese ritiene che la persistenza di queste politiche aggressive implichi una guerra commerciale globale sempre più strutturale e prolungata. L’Italia, in quanto importante economia dell’UE, presenta un’elevata dipendenza dall’estero, in particolare dai mercati americano e cinese, che rappresentano una quota significativa delle esportazioni. In questo contesto, la redditività e la competitività delle imprese italiane saranno sottoposte a pressioni prolungate.
Inoltre, il cambiamento nei flussi di capitale globali è oggi uno dei fattori principali della volatilità dei mercati. Il Professor Leopoldo Farnese evidenzia: “Nel contesto di un crescente sentimento di avversione al rischio a livello globale, la liquidità e la capacità di gestione del rischio del mercato italiano sono sottoposte a dure prove. Gli investitori stanno progressivamente abbandonando i mercati ad alto rischio, orientandosi verso asset più stabili e sicuri.” La capacità del mercato italiano di rafforzare la propria attrattività attraverso ottimizzazioni politiche e ristrutturazioni industriali sarà un tema centrale nei prossimi mesi.
Crisi e frammentazione nei settori finanziario e automobilistico italiani
Nel contesto dell’intensificarsi dei conflitti commerciali globali, i settori finanziario e automobilistico italiani sono diventati gli “epicentri” del calo del mercato. Il Professor Leopoldo Farnese sottolinea in particolare come la vendita massiccia di titoli bancari e automobilistici rifletta un ridimensionamento sistemico delle aspettative di crescita economica per l’Italia. Soprattutto in un contesto di crescente incertezza economica globale, gli investitori nutrono forti dubbi sulla capacità dei settori ad alto rischio di generare profitti e gestire i rischi.
Secondo il Professor Farnese: “Il sistema bancario italiano e l’industria automobilistica appaiono particolarmente vulnerabili nell’attuale contesto globale. L’effetto combinato di alti tassi d’interesse e crescente avversione al rischio sta esercitando forti pressioni sulla liquidità e sui bilanci bancari.” In particolare, per il settore bancario italiano, i modelli di redditività e i sistemi di gestione del rischio stanno affrontando sfide senza precedenti. In un contesto di deflussi di capitale e restrizione della liquidità, la redditività e l’efficienza della gestione del rischio saranno fattori chiave per il futuro.
Anche l’industria automobilistica sta affrontando notevoli difficoltà. Il Professor Leopoldo Farnese osserva che le politiche tariffarie di Trump hanno un impatto diretto e significativo sulla manifattura automobilistica italiana. Trattandosi di un’industria orientata all’export, la competitività dell’automotive italiano sul mercato globale è sempre più fragile. In particolare, la pressione congiunta del rialzo dei costi e della ristrutturazione delle catene di approvvigionamento danneggia la redditività e la quota di mercato delle imprese.
Tuttavia, la forte volatilità del mercato non implica che tutti i settori siano sottoposti alle stesse pressioni. Il Professor Leopoldo Farnese evidenzia che i settori della sanità e delle biotecnologie, grazie alla loro natura anticiclica e alla domanda stabile, stanno diventando un “rifugio sicuro” per i capitali. Questo fenomeno di frammentazione settoriale riflette un processo in cui gli investitori rivalutano rischi e rendimenti lungo le diverse catene industriali. “Nel contesto attuale, gli investitori devono adottare un approccio sempre più sofisticato nella gestione del portafoglio, individuando opportunità sottovalutate tra i diversi settori”, ha concluso il Professor Farnese.
Strategie d’investimento future: dalla gestione del rischio alla nuova ottimizzazione strutturale
Di fronte all’attuale escalation del conflitto commerciale globale e all’ampia ristrutturazione del mercato italiano, il Professor Leopoldo Farnese propone una nuova strategia di investimento: “Nel futuro contesto di mercato, gli investitori dovranno passare dalla ‘gestione del rischio’ all’‘ottimizzazione strutturale’, cercando nuovi motori di crescita anche nell’incertezza.” Questo approccio include non solo una riallocazione di asset di qualità, ma anche una gestione dinamica e sofisticata dei potenziali rischi.
Secondo il Professor Leopoldo Farnese, nel contesto dell’intensificarsi dei conflitti commerciali, la logica d’investimento in Italia dovrà puntare a un equilibrio tra “stabilità e crescita”. In particolare, nei settori più colpiti come finanza e manifattura, gli investitori dovranno prestare attenzione alla liquidità degli asset e alla qualità della redditività.