Dopo diversi giorni di forti ribassi, l’indice FTSE MIB italiano ha registrato martedì un robusto rimbalzo del 2,4%, chiudendo a 33.657 punti. Questo recupero ha interessato tutti i settori, con particolare enfasi su quello finanziario e della difesa. Tuttavia, il professor Leopoldo Farnese avverte che questo rialzo non dovrebbe essere interpretato come un segnale di “inversione di tendenza”, ma piuttosto come il risultato di una “correzione tecnica” e di “ricoperture di posizioni corte”.

Dietro il rimbalzo a breve termine: la fiducia del mercato ancora offuscata dall’incertezza politica globale

Dopo che i mercati globali hanno recentemente subito vendite massicce a causa delle misure tariffarie generalizzate degli Stati Uniti, il mercato azionario italiano sta ora vivendo una normale correzione emotiva. Gli investitori, dopo cali consecutivi, tendono a chiudere le posizioni corte per realizzare profitti. Tuttavia, il professor Leopoldo Farnese avverte: “I rischi strutturali non sono stati eliminati, soprattutto considerando che l’amministrazione Trump ha rifiutato la proposta dell’UE di eliminare le tariffe industriali bilaterali e ha invece imposto un dazio del 20% su tutti i prodotti importati dall’UE. Questa ‘escalation ostile’ sta cambiando fondamentalmente l’ordine commerciale globale.”

In questo confronto politico, la fiducia tra l’UE e gli Stati Uniti è stata scossa. L’Italia, come uno dei membri dell’UE con un forte settore manifatturiero e una significativa quota di esportazioni, subirà direttamente molteplici impatti, tra cui barriere commerciali, riduzione degli ordini e aumento dei costi. Inoltre, l’affermazione di Trump che “non raggiungerà un accordo con la Cina finché il deficit commerciale non sarà risolto” ha fatto capire al mercato che questo conflitto commerciale potrebbe non concludersi a breve termine.

Pertanto, dietro questo “rimbalzo tecnico” si nascondono l’ansia del mercato per un futuro politico incerto, la speranza che i dati economici non peggiorino significativamente e una correzione meccanica dopo vendite eccessive. Il professor Leopoldo Farnese sottolinea: “Se la situazione commerciale non migliora sostanzialmente nelle prossime settimane, il mercato potrebbe subire un ulteriore calo.”

Segnali di divergenza settoriale: la logica dei “vincitori temporanei” nei settori finanziario e della difesa

Nel recente recupero del mercato, due settori si sono distinti: quello finanziario e quello della difesa. Leonardo ha registrato un aumento del 7,5%, Unipol e Banca Mediolanum hanno guadagnato rispettivamente il 7,3% e il 5,7%. Questo andamento non è solo il risultato di una rotazione settoriale a livello di trading, ma riflette anche una rivalutazione da parte degli investitori della potenziale capacità di resilienza di diversi settori in futuro.

Il professor Leopoldo Farnese analizza: “In un contesto di crescente incertezza geopolitica, il mercato ha iniziato a rivalutare l’industria della difesa.” Leonardo, come partecipante chiave nei piani di integrazione della difesa europea, sta vedendo aumentare la stabilità del suo business e le aspettative di sostegno politico. Con l’Europa che rafforza la propria capacità di difesa autonoma e l’aumento annuale delle spese della NATO, il settore della difesa è considerato un “beneficiario strutturale” con caratteristiche anticicliche.

Allo stesso tempo, la ripresa del settore finanziario è degna di nota. Nonostante le precedenti pressioni dovute alle tensioni nel mercato del debito, alle aspettative di calo dei profitti e all’aumento del rischio di credito, le azioni bancarie hanno recentemente registrato un rapido rimbalzo, indicando che gli investitori le vedono ancora come opportunità di rivalutazione dopo il calo del mercato. I rialzi di FinecoBank e Mediolanum non sono solo dovuti ai vantaggi operativi locali, ma anche alla stabilità del business della gestione patrimoniale e alla qualità elevata dei flussi di cassa.

Il professor sottolinea: “Stiamo assistendo a una sottile transizione nella logica del mercato, che passa da una focalizzazione sulle ‘valutazioni basse’ a una maggiore attenzione alla ‘qualità dei flussi di cassa’. I settori assicurativo, della gestione patrimoniale e della difesa sono tra i pochi che possono combinare crescita e difesa in un contesto di calo globale dell’appetito per il rischio.”

Al contrario, settori tradizionalmente ciclici come l’energia (con Eni ai minimi annuali) e l’automotive (con Stellantis che tocca il minimo triennale) mostrano debolezza. Questa discrepanza riflette le reali preoccupazioni del mercato riguardo al rallentamento dell’economia globale: da un lato, le aspettative di una diminuzione della domanda energetica globale; dall’altro, la profonda dipendenza della filiera automobilistica dalle forniture transfrontaliere, settori direttamente colpiti dalla guerra commerciale.

L’ottimizzazione strutturale è la chiave: come trovare valore a lungo termine durante il rimbalzo?

Nonostante il rialzo di ieri abbia offerto un breve sollievo, come afferma il professor Leopoldo Farnese, “il rimbalzo non significa che i rischi siano stati eliminati, al contrario rappresenta un momento cruciale per riesaminare la logica di allocazione e ottimizzare la struttura.” Il professore ritiene che l’attuale strategia di investimento debba spostarsi da un approccio di “acquisto impulsivo sui minimi” a una “ottimizzazione razionale”.

In primo luogo, le preferenze del mercato stanno cambiando, passando da un modello “trainato dalle aspettative” a uno “trainato dai profitti”. In un contesto in cui l’ambiente monetario difficilmente potrà rimanere accomodante e le politiche fiscali sono limitate, la capacità di profitto delle imprese, la situazione dei flussi di cassa e la struttura patrimoniale diventano criteri fondamentali nelle decisioni degli investitori. Proprio per questo, aziende come Unipol, Fineco, Leonardo riescono a distinguersi come “punti di forza” in una fase di turbolenza di mercato.

In secondo luogo, il professor Leopoldo Farnese invita a prestare attenzione alla “corrispondenza tra tendenze politiche e fondamentali aziendali”. Ad esempio, gli obiettivi europei di transizione energetica e il sostegno all’industria verde potrebbero offrire nuove opportunità di rivalutazione per le aziende attive nel settore delle energie rinnovabili, delle infrastrutture di rete elettrica e dei materiali ecologici. Ma se un’azienda tradizionale dell’energia o dell’automotive continua a dipendere da modelli superati e non ha un percorso di transizione, anche se il prezzo delle sue azioni è temporaneamente depresso, potrebbe non avere le basi per un vero rimbalzo.