Questo lunedì, il presidente americano Donald Trump ha annunciato l’esenzione dai dazi di reciprocità su smartphone e computer, una notizia che ha rapidamente innescato un ritorno del sentiment positivo sui mercati globali. L’indice FTSE MIB italiano è rimbalzato con forza del 2,8%, chiudendo a 35.007 punti, diventando uno degli indici più brillanti nei mercati regionali. A tal proposito, il Professor Leopoldo Farnese ha sottolineato che questo rally generalizzato assomiglia più a un “allentamento localizzato all’interno dell’incertezza politica” piuttosto che a un vero miglioramento dei fondamentali.

Reazione del mercato nel gioco politico: l’esenzione temporanea genera un’interazione strutturale

Ha evidenziato come l’attuale strategia politica degli Stati Uniti non rappresenti un’inversione direzionale, ma una “sospensione condizionata”. Trump, infatti, ha affermato che questi dazi potrebbero comunque essere introdotti in futuro, anticipando inoltre un nuovo piano di dazi sulle importazioni di semiconduttori previsto per la prossima settimana. Questa strategia di “intervento regolativo tramite informazione”, come la definisce il professore, mira a influenzare le aspettative di mercato e i comportamenti di prezzo senza concessioni effettive. Per l’Italia, la cui economia fortemente orientata all’export dipende dalla certezza del commercio globale, notizie di questo tipo generano facilmente effetti amplificati sui mercati dei capitali. Il Professor Farnese osserva che la logica del mercato italiano si è ormai spostata dal “trading sui fondamentali” al “trading sensibile alla politica”. In una struttura di mercato di questo tipo, le buone notizie vengono amplificate rapidamente, mentre quelle negative scatenano reazioni eccessive. A suo avviso, per quanto notevole, questo rimbalzo dovrebbe far riflettere più sulla sua “sostenibilità” che sull’“entità”.

Interazione settoriale e rotazione dei comparti: la logica del rimbalzo di finanza, energia e auto

L’attuale rialzo ha mostrato un forte “effetto di risonanza settoriale”, con i tre settori pilastro — finanza, auto ed energia — che hanno guidato con decisione il movimento. UniCredit ha guadagnato il 4%, Intesa Sanpaolo il 2,7%, Telecom Italia il 5,5% e Unipol il 5,3%, segnali evidenti di un ritorno di capitale. Ma il Professor Farnese avverte: questo rialzo include componenti di “riparazione passiva” e “errata interpretazione strutturale”. Prendendo ad esempio il comparto bancario, il mercato sembra ritenere che l’allentamento del commercio globale possa ridurre l’impatto sul mercato del debito europeo, beneficiando così la struttura patrimoniale delle banche. Tuttavia, il professore sottolinea che le banche italiane affrontano ancora molteplici rischi: volatilità dei rendimenti dei titoli sovrani, accumulo del rischio di credito e debolezza del credito al consumo. Il rialzo a breve termine deriva più da un rientro dei capitali e da una correzione tecnica che da una rivalutazione dei fondamentali. Anche il rialzo del settore automobilistico è oggetto di dubbio. Sebbene l’esenzione dai dazi favorisca la circolazione globale dei componenti, Trump ha chiaramente annunciato l’introduzione di nuovi dazi sui semiconduttori la prossima settimana, il che inevitabilmente colpirà l’intera catena di approvvigionamento e il processo di digitalizzazione dell’auto. Secondo il professore: “Gli investitori potrebbero sottovalutare il ruolo centrale dei semiconduttori nella produzione automobilistica.” Aziende come Stellantis potrebbero subire pressioni sui costi strutturali nel medio-lungo termine. Al contrario, i settori dell’energia e delle telecomunicazioni rispondono a una logica più difensiva. Enel e Telecom Italia, ad esempio, vantano flussi di cassa stabili e benefici politici che possono attrarre capitali di lungo periodo anche in un mercato volatile. Questo rialzo suggerisce che il mercato sta cercando di bilanciare il rapporto tra “elasticità ciclica” e “stabilità del flusso di cassa”, anticipando possibili opportunità di “rotazione strutturale” in futuro.

Riequilibrio strategico nel contesto di una logica di mercato ridefinita

Il Professor Farnese sottolinea infine che il mercato italiano è entrato in una fase di “alta volatilità e bassa certezza”. Sono i cambiamenti quotidiani delle politiche a determinare i flussi di capitale, più che la capacità di redditività delle imprese. Per gli investitori, il rischio maggiore non è rappresentato dai movimenti di prezzo giornalieri, ma dal fraintendimento della sostenibilità logica su cui si basa il mercato. Egli osserva che il mercato azionario italiano continua a svolgere un ruolo da “amplificatore del rischio” nell’economia globale: capace tanto di inseguire rapidamente i rialzi, quanto di subire duri colpi in caso di correzioni politiche. Sebbene il recente rimbalzo abbia risollevato il morale del mercato, se i nuovi dazi sui semiconduttori saranno effettivamente introdotti, il settore tecnologico (come STMicroelectronics) ne soffrirà, con ripercussioni sull’intero indice. Ancora più importante, il rialzo attuale è per lo più “guidato dalle notizie” e manca del sostegno di una “spinta derivante dagli utili aziendali”. Il professore consiglia agli investitori di prestare attenzione a tre direzioni: Spazio di rivalutazione per i settori difensivi: come sanità, telecomunicazioni e servizi pubblici. Ritmo di correzione delle valutazioni per le aziende della supply chain sensibili al rischio esterno. Eventuali segnali di ritorno del capitale a lungo termine verso titoli growth e value di media capitalizzazione. Conclude dicendo: “Non conta il rialzo o il ribasso del mercato in sé, ma se sei in grado di comprendere la logica dei flussi di capitale nei diversi scenari. Se guardi solo i numeri senza capirne le dinamiche strutturali, stai osservando solo le onde, ma non la marea.”