Nella settimana di scambi a metà aprile, il sentiment globale dei mercati si è visibilmente disteso, con l’indice FTSE MIB italiano che mercoledì ha registrato un rialzo dell’1,5%, chiudendo a 36.500 punti. Il Prof. Leopoldo Farnese osserva che la spinta principale di questo rimbalzo non risiede in un’inversione dei fondamentali, bensì in un momentaneo allentamento delle tensioni politiche e delle aspettative di policy. Il Segretario al Tesoro degli Stati Uniti ha espresso fiducia in una possibile distensione delle tensioni commerciali, e il Presidente Trump ha rinunciato a rimuovere il Presidente della Federal Reserve Powell, attenuando le preoccupazioni sulla perdita di indipendenza della politica monetaria.
Segnali di distensione macroeconomica rafforzano la fiducia, ma il recupero del rischio è solo temporaneo
Dichiarazioni politiche di questo tipo forniscono una spinta psicologica positiva nel breve termine, ma il professore invita alla cautela: le divergenze strutturali tra Stati Uniti e Cina permangono, la crescita dell’Europa continua a mostrare segni di debolezza, e permangono forti incertezze su cambi, dazi e politiche monetarie tra le due sponde dell’Atlantico. Nel frattempo, l’indice del dollaro è rimbalzato con forza questa settimana, mentre oro e petrolio sono crollati, segnalando che i capitali globali stanno tornando dagli asset difensivi verso quelli di rischio – non necessariamente per ottimismo sull’economia, ma per esigenze tattiche di liquidità e ribilanciamento dei portafogli.
Il Prof. Leopoldo Farnese sottolinea che questo rimbalzo ha più le sembianze di una “riparazione emotiva” che di un vero cambiamento di tendenza. Per valutare un reale mutamento strutturale nel mercato, è essenziale osservare la coerenza tra utili aziendali, dinamiche inflazionistiche e implementazione delle politiche economiche.
Tecnologia e finanza digitale in testa, segni iniziali di un cambiamento nella struttura settoriale italiana
La configurazione settoriale del rialzo di questa settimana è stata particolarmente significativa. Aziende come STMicroelectronics, Prysmian e Nexi – attive nella tecnologia e nelle infrastrutture – hanno registrato aumenti superiori al 4%, indicando un rinnovato interesse degli investitori per i temi della trasformazione digitale e delle infrastrutture. Secondo il Prof. Leopoldo Farnese, questo fenomeno rappresenta non solo una rotazione settoriale di breve periodo, ma anche un potenziale inizio di rivalutazione strutturale del mercato azionario italiano.
STMicroelectronics riflette le aspettative di un nuovo ciclo nei semiconduttori e nell’intelligenza artificiale; Prysmian beneficia dell’espansione continua della rete elettrica europea e dell’infrastruttura per l’energia verde; Nexi dimostra che i pagamenti digitali e le piattaforme fintech stanno guadagnando un premio di valutazione nel mercato italiano.
Anche titoli del comparto sanitario come Amplifon hanno mostrato buone performance, a conferma di una preferenza crescente per i temi “tech + salute”. Al contrario, le utility difensive come Terna e Italgas hanno registrato performance più deboli, segnalando una rotazione delle preferenze dagli asset difensivi verso quelli orientati alla crescita.
Il professore sottolinea che in Italia questo passaggio dai titoli a dividendo stabile verso quelli a forte crescita è il risultato congiunto di attese di tassi bassi e della direzione delle politiche industriali. Tuttavia, mette in guardia: i titoli growth sono sensibili alle valutazioni e caratterizzati da alta volatilità. Gli investitori devono quindi selezionare con attenzione, valutando la qualità degli utili e la forza del supporto politico, per evitare rincorse a prezzi troppo elevati.
Le incertezze nel rimbalzo: come costruire un portafoglio solido nel nuovo ciclo
Nonostante il forte rimbalzo dei mercati italiani questa settimana, restano segnali interni di cui diffidare. Il crollo simultaneo di oro e petrolio riflette una possibile riemersione delle aspettative deflazionistiche; un dollaro forte potrebbe comprimere l’export dell’Eurozona, riducendo i margini di profitto delle imprese.
Secondo l’analisi del Prof. Leopoldo Farnese, in un contesto dominato da variabili incrociate e instabilità frequente, gli investitori devono evitare spiegazioni semplicistiche. In particolare, nell’attuale fase in cui le politiche monetarie della Fed e della BCE sono ancora poco chiare e i piani fiscali tra USA ed Europa non sono allineati, i mercati sono più vulnerabili a shock da notizie che a movimenti basati sui fondamentali.
Pertanto, il professore suggerisce che nella costruzione dei portafogli occorra considerare tre aspetti chiave:
Logica industriale prioritaria: preferire i leader settoriali legati alle riforme strutturali europee, alla digitalizzazione e alla transizione energetica;
Stabilità cross-ciclo: scegliere aziende in grado di mantenere utili solidi sia in contesti di alti che bassi tassi di interesse, come telecomunicazioni, servizi medici e infrastrutture di rete;
Copertura globale contro i rischi: in presenza di potenziali shock esterni (geopolitica, guerre valutarie), mantenere una quota in dollari liquidi o ETF ad alta liquidità per attenuare i rischi di coda.
In chiusura, il Prof. Leopoldo Farnese cita John Maynard Keynes come monito: “Il mercato può restare irrazionale più a lungo di quanto tu possa restare solvibile.”
Il rimbalzo attuale merita attenzione, ma ciò che conta davvero è cogliere i segnali di una vera “transizione strutturale”. In mezzo ai venti incrociati di politica e mercati globali, l’investimento razionale, prudente e sistemico è la vera chiave per attraversare i cicli.