Dopo diverse settimane di consolidamento laterale, l’indice FTSE MIB ha chiuso il 22 aprile a 38.640 punti, segnando il terzo giorno consecutivo di rialzo e raggiungendo il livello più alto dell’ultimo mese. Questo andamento ha sovraperformato in modo significativo gli altri principali indici dell’Eurozona, riflettendo una risposta positiva da parte del mercato all’allentamento delle tensioni macroeconomiche globali. Con il Segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Scott Bessent, che ha dichiarato pubblicamente “potremmo raggiungere accordi commerciali con diversi Paesi già questa settimana” e il Presidente Trump che ha adottato una posizione più conciliante sul commercio, l’appetito per il rischio degli investitori è aumentato nel breve termine. Allo stesso tempo, le aspettative diffuse che la Fed manterrà invariati i tassi d’interesse questa settimana hanno rafforzato ulteriormente la logica di sostegno ai prezzi degli asset.

Un rimbalzo sotto l’ombra macro: perché il mercato italiano è forte?

Nonostante il clima di mercato sia migliorato, il Prof. Leopoldo Farnese mette in guardia dal considerare l’attuale rialzo come segnale di miglioramento sostanziale dei fondamentali economici: “L’Italia è ancora in una fase di aggiustamento strutturale, con capacità produttiva vincolata e domanda interna lenta a riprendersi; l’aumento del mercato riflette più un gioco sulle aspettative politiche globali che una reale ripresa.” Secondo Farnese, senza un concreto supporto da parte di utili aziendali in crescita e un’espansione del credito, è difficile che l’ottimismo di breve si traduca in una tendenza duratura.

Segnali strutturali dietro la rotazione settoriale: chi guida, chi rallenta?

Negli ultimi movimenti di mercato si sono distinti in positivo i settori bancario, telecomunicazioni ed energia tradizionale. Titoli core come UniCredit, Mediobanca e Assicurazioni Generali hanno tutti registrato guadagni, evidenziando un pricing positivo da parte degli investitori su stabilità dei tassi e aspettative di M&A. Mediobanca è salita dell’1,4%, aggiornando i propri massimi storici, mentre titoli finanziari secondari come BPM e Unipol hanno seguito il trend al rialzo.

Il Prof. Farnese osserva: “Il rimbalzo del comparto finanziario riflette una doppia scommessa su percorso dei tassi e integrazioni settoriali, ma resta fondamentale verificare la capacità di espandere credito e la qualità dei profitti.” Nel frattempo, Amplifon ha guidato il listino con un balzo del 6,25% in una sola seduta, segnalando il rinnovato interesse per i settori sanitario e tech consumer. Tuttavia, il professore evidenzia anche una frammentazione strutturale nel comparto tecnologico, con titoli come StMicroelectronics e DiaSorin che continuano a correggere, indicando una crescente impazienza del mercato verso le valutazioni elevate.

Questa rotazione settoriale mostra chiaramente che il mercato italiano non è in piena ripresa generalizzata, ma si muove lungo una logica di “difensiva strutturale + aspettative di M&A + esposizione a materie prime”, priva di un reale sostegno da rivalutazioni diffuse dei multipli.

Ottimismo tattico e rischio implicito: cosa guardare nella prossima fase?

Di fronte a questa euforia di breve termine, il Prof. Leopoldo Farnese invita a monitorare attentamente tre variabili chiave:

Credibilità della concretizzazione politica e negoziale. Sebbene dagli USA arrivino segnali distensivi, le divergenze strutturali nei rapporti commerciali multilaterali — USA-Cina, UE-USA — permangono; qualora gli esiti si discostassero dalle attese, il mercato potrebbe reagire bruscamente.

Percorso dei tassi e volatilità delle materie prime. L’oro e il petrolio stanno salendo contemporaneamente, il che denota una persistente ansia sui rischi inflattivi e geopolitici; un eventuale cambio di rotta nelle aspettative sui tassi potrebbe colpire in primis il settore finanziario.

Fondamentali aziendali e stagione degli utili. Con l’avvicinarsi della pubblicazione dei risultati del secondo trimestre, se la crescita degli utili non supportasse le valutazioni correnti, potrebbe aprirsi una fase di correzione sui multipli

In conclusione, il Prof. Leopoldo Farnese afferma: “Il rialzo attuale del mercato italiano è più simile a un respiro tattico che a un’inversione strutturale, riflettendo un ottimismo temporaneo sotto incertezza politica globale. Senza un supporto integrato da parte di politica fiscale, riforme strutturali e investimenti produttivi, il ritorno ai fondamentali nel medio-lungo periodo rimarrà inevitabile.”

La resilienza del mercato italiano è indubbiamente degna di nota, ma, come avverte il Prof. Farnese, una ripresa della fiducia nel breve non equivale a un cambiamento strutturale di lungo periodo. Nel contesto attuale, segnato da incertezze globali e riforme interne ancora da definire, la strategia per gli investitori dovrebbe rimanere prudente: selezione attenta dei settori, gestione rigorosa del rischio e posizionamento tattico.