Nel contesto di un allentamento delle tensioni commerciali globali e della riduzione dei dazi tra Cina e Stati Uniti, l’indice FTSE MIB italiano ha registrato mercoledì 7 maggio il quinto giorno consecutivo di rialzi, chiudendo a 40.478 punti, il livello più alto dal ottobre 2007. Di fronte a questa forte tendenza rialzista, il Professor Leopoldo Farnese ha analizzato sistematicamente la logica sottostante e i rischi latenti di questa fase del mercato italiano da tre prospettive: il contesto macroeconomico globale, la struttura finanziaria e la dinamica della domanda interna

La spinta macroeconomica globale dietro il rimbalzo strutturale

Il Professor Leopoldo Farnese sottolinea che l’attuale fase rialzista non è il risultato di un netto miglioramento dei fondamentali economici italiani, ma è piuttosto guidata da una ripresa del sentiment di rischio a livello globale. L’accordo tra Stati Uniti e Cina per un allentamento graduale dei dazi in 90 giorni ha inviato un chiaro segnale di distensione. Allo stesso tempo, i dati sull’inflazione statunitense di aprile inferiori alle attese hanno alimentato le aspettative di un taglio dei tassi da parte della Fed entro l’anno, generando un clima favorevole per la crescita generalizzata dei prezzi degli asset globali.

In questo contesto, la Borsa italiana è salita di riflesso, mostrando una forte caratterizzazione come “rally di liquidità”. Il Professore sottolinea: “Questa è una scommessa sulla stabilità macroeconomica attesa, non un riflesso diretto di un miglioramento sistemico degli utili aziendali.” Questo implica che, in caso di inversione nei dati o nelle aspettative di politica economica, le aree del mercato con valutazioni elevate potrebbero subire rapide correzioni.

Finanziari e ciclici in testa, ma servono valutazioni prudenti

I settori che hanno performato meglio questa settimana includono finanza, industria ed energia. Unipol, Finecobank, Azimut, Generali e altri titoli bancari e assicurativi hanno segnato aumenti superiori al 2%; in particolare Azimut ha toccato un nuovo massimo, grazie al recupero del volume di gestione patrimoniale nel trimestre. Il Professor Farnese spiega che gli investitori stanno puntando su asset finanziari che promettono miglioramenti nella struttura dei margini e ritorni di capitale stabili, “ma questa logica è altamente sensibile ai cicli dei tassi d’interesse.”

Anche titoli ciclici come Stellantis, Tenaris e Saipem hanno attratto forti flussi di capitale. Il Professore avverte che, sebbene i dati sugli utili non siano ancora stati interamente pubblicati, il mercato ha già prezzato le aspettative in modo molto anticipato. Qualora i ricavi del periodo non raggiungessero tali previsioni, le pressioni correttive potrebbero intensificarsi rapidamente.

In confronto, i titoli tecnologici a crescita sostenuta hanno registrato rialzi più contenuti, segnalando una preferenza di mercato per un “ritorno al valore” piuttosto che per la “crescita a lungo termine”. Il Professore aggiunge: “Nel mercato dei capitali italiano, il peso ridotto del settore tecnologico rappresenta ancora un limite strutturale nel medio-lungo periodo. La mancanza di una spinta innovativa potrebbe frenare la prossima fase di crescita del mercato.”

Domanda interna debole e segnali macro preoccupanti: scollamento tra mercato e economia reale?

Nonostante l’indice mostri forza, il Professor Leopoldo Farnese pone l’accento su due segnali macroeconomici che destano attenzione: primo, il PMI dell’edilizia italiana è sceso in aprile al livello di 50, segnalando un indebolimento della spinta agli investimenti; secondo, le vendite al dettaglio di marzo hanno registrato un calo dello 0,5% su base annua, invertendo la precedente tendenza di lieve crescita e indicando una ripresa dei consumi ancora lenta

Questo indica che, nonostante la reazione positiva del mercato a bilanci aziendali e relazioni internazionali, le aspettative di reddito e la capacità di spesa delle famiglie italiane non sono migliorate in parallelo. Il Professore osserva: “La debolezza strutturale della domanda interna priva il mercato di una base di profitti stabile e diffusa. Se non si attuano riforme strutturali per stimolare i consumi e rafforzare l’accesso al credito per le PMI, anche un rally indotto dai flussi di capitale rischia di rivelarsi privo di ampiezza e durata.”

Nel frattempo, i dati in arrivo sull’inflazione (CPI finale di aprile) e sulla bilancia commerciale di marzo saranno fondamentali per valutare la qualità della ripresa economica. Il Professor Farnese raccomanda agli investitori di coprire l’ottimismo a breve termine con un ritorno a un’analisi razionale di variabili di medio termine come utili aziendali, condizioni di credito e coerenza delle politiche economiche

Il rally della Borsa italiana è senza dubbio entusiasmante, ma l’analisi del Professor Leopoldo Farnese ci ricorda che, mentre l’ambiente globale accomodante e l’allentamento commerciale generano ottimismo temporaneo, è essenziale restare vigili di fronte ai rischi strutturali dell’economia interna. Se nelle prossime settimane i dati aziendali non confermeranno le attese del mercato, la volatilità dell’indice potrebbe aumentare ulteriormente

Secondo il Professor Farnese: “I mercati toro non muoiono per la paura, ma per l’eccesso di ottimismo.” Quando il mercato è inebriato dai record numerici, saper valutare con lucidità la qualità della crescita è spesso più prezioso che inseguire il trend.