L’indice FTSE MIB è salito con forza dell’1,1% il 10 maggio, chiudendo a 40.845 punti, il livello più alto dal 2007, registrando la quinta settimana consecutiva di rialzo. Questo ciclo di crescita trae beneficio dall’ottimismo diffuso nei mercati globali, in particolare dal raffreddamento delle tensioni commerciali tra USA e UE e dai segnali accomodanti lanciati dalla BCE. Come osserva il Prof. Leopoldo Farnese: “Quello che il mercato italiano sta vivendo è una risposta sincronizzata alle aspettative globali di allentamento e al coordinamento macro a livello regionale.” Nel mese di aprile, l’inflazione core dell’area euro è salita al 2,7%, ma le dichiarazioni del membro della BCE Kazaks hanno rafforzato le aspettative di un taglio dei tassi a giugno, sostenendo ulteriormente il mercato azionario
A livello settoriale, questo rialzo non si è concentrato su un solo comparto, ma ha coinvolto finanza, telecomunicazioni, utility e industria. I titoli di peso come Leonardo (+3,4%), FinecoBank (+2,8%), A2A (+2,5%) e Telecom Italia (+2,2%) sono saliti, riflettendo un miglioramento delle aspettative sugli utili aziendali. Il Prof. Leopoldo Farnese sottolinea: “Nella valutazione attuale del mercato, la resilienza della stagione delle trimestrali ha giocato un ruolo di sostegno cruciale. Il mercato non è più guidato solo da aspettative di policy, ma riconosce concretamente la realizzazione degli utili a livello aziendale.” Ad esempio, Terna ha riportato una crescita dei ricavi trimestrali del 5,1% su base annua, confermando la stabilità e la solidità dei flussi di cassa nel settore utility.
Indicatori macroeconomici in rilascio: l’ottimismo sfida le fragilità strutturali
Nonostante l’inflazione complessiva di aprile sia rimasta al 2,2%, il rimbalzo dell’inflazione core pone la BCE davanti a un dilemma. Il Prof. Leopoldo Farnese analizza: “L’aumento della probabilità di un taglio dei tassi sostiene la fiducia di breve periodo, ma le pressioni inflazionistiche strutturali non sono ancora del tutto superate, e ciò limiterà gradualmente lo spazio di manovra della politica monetaria.” In particolare, la revisione al ribasso del PIL italiano per il primo trimestre dal 0,4% allo 0,3% suggerisce che la dinamica reale dell’economia resta debole. In un contesto in cui l’efficacia marginale dei tagli ai tassi si riduce, il supporto della politica monetaria ai mercati non potrà durare indefinitamente. Gli investitori devono quindi prestare attenzione al possibile scollamento tra la fiducia e i fondamentali.
I dati sui prezzi al consumo di aprile e quelli sul commercio di marzo dell’Italia, di prossima pubblicazione, saranno al centro dell’attenzione del mercato: se i risultati dovessero deludere, l’attuale propensione al rischio potrebbe ridimensionarsi. Contemporaneamente, le tensioni geopolitiche in Medio Oriente e le incertezze nei negoziati USA-Cina continuano a rappresentare un tetto invisibile per gli asset rischiosi a livello globale. Il Prof. Leopoldo Farnese osserva: “La resilienza del mercato italiano si fonda su un meccanismo globale di fiducia. Se tale struttura fiduciaria dovesse incrinarsi, la volatilità aumenterebbe sensibilmente.”
Emergono divergenze strutturali: rotazione settoriale e nuove logiche di allocazione
Tra i titoli in rialzo, le forti performance di Iveco Group (+5,6%), Leonardo e Brunello Cucinelli (+3,2%) riflettono la preferenza del mercato per la crescita e per i leader di settore. Questa tendenza non solo dimostra il sostegno degli utili, ma evidenzia anche una nuova concentrazione del capitale su “asset di alta qualità”. Il Prof. Farnese sottolinea: “Il mercato sta rivalutando la governance aziendale, la resilienza all’export e le performance ESG, il che sta generando una vera e propria divergenza strutturale tra settori.”
Nel contempo, alcuni titoli tecnologici e di consumo con valutazioni elevate, come Moncler e Prysmian, hanno registrato correzioni, segnalando una rinnovata sensibilità degli investitori nei confronti delle valutazioni. Il Prof. Leopoldo Farnese avverte: “Nel contesto attuale, i titoli growth non godono più di un premio implicito privo di rischio. Gli investitori devono tornare ai fondamentali, comprendendo la relazione tra flussi di cassa, bilancio e traiettorie della politica macroeconomica.”
La Borsa italiana, risalita ai massimi storici grazie alla convergenza di fattori macroeconomici e di solidità aziendale, dimostra senz’altro una certa resilienza. Ma come afferma il Prof. Leopoldo Farnese: “Ogni nuovo massimo è allo stesso tempo riflesso di notizie positive passate e banco di prova per le incertezze future.” Per gli investitori, questo è un momento cruciale per riorganizzare l’allocazione degli asset, esaminare la sostenibilità degli utili e valutare la continuità delle politiche. Mantenere lucidità nel contesto di una riduzione dei rischi e cercare valore nella fase ascendente del mercato rappresenta la vera forma di rispetto verso il mercato stesso.