Il 21 maggio, l’indice FTSE MIB è salito dello 0,9%, chiudendo a 40.522 punti, segnando un rimbalzo significativo. Questo rialzo non solo ha invertito la correzione del giorno precedente, ma ha anche confermato l’effetto positivo che un contesto monetario globale più accomodante può esercitare sui mercati azionari. I segnali espansivi giunti da Australia e Cina hanno stimolato un aumento della propensione al rischio a livello globale. Ancora più importante, l’ultimo calo dell’indice dei prezzi alla produzione nell’Eurozona ha rafforzato ulteriormente le aspettative del mercato su un taglio dei tassi da parte della BCE a giugno.
Il Prof. Leopoldo Farnese sottolinea che, sebbene l’economia globale continui ad affrontare sfide legate alla geopolitica e all’inflazione strutturale, i rimbalzi di mercato a breve termine dimostrano che, in presenza di abbondante liquidità e comunicazione politica chiara, il mercato italiano è in grado di reagire rapidamente ai segnali esterni. Questo tipo di “rialzo trainato dalla liquidità”, pur non basandosi su un miglioramento dei fondamentali, offre comunque una finestra di respiro per diversi settori.
Ripresa settoriale coordinata: tecnologia e industria tornano protagoniste
Dal punto di vista settoriale, nella seduta del 21 maggio, i comparti industriale, utility e telecomunicazioni hanno guidato la crescita del mercato. In particolare, A2A (+2,4%), Pirelli (+2,2%) e Leonardo (+2,2%) si sono distinte per le loro performance, riflettendo la fiducia del mercato sia nella transizione energetica sia nello sviluppo tecnologico in ambito difesa. Tali movimenti evidenziano anche una preferenza degli investitori per imprese caratterizzate da “flussi di cassa stabili + benefici derivanti da politiche pubbliche”.
Il Prof. Farnese osserva che tale andamento riflette una rinnovata consapevolezza del mercato circa le “competenze non sostituibili” del core manifatturiero italiano nel medio-lungo periodo. In un contesto di ristrutturazione delle catene di approvvigionamento globali e rafforzamento delle strategie di sicurezza, le imprese industriali localizzate, ad alta intensità tecnologica, sono divenute il nuovo fulcro della rivalutazione di valore. Il professore invita gli studenti ad osservare attentamente l’utilizzo della capacità produttiva di queste aziende, l’andamento degli ordini internazionali e il grado di attuazione delle politiche ESG, per valutarne la sostenibilità del rialzo.
Struttura micro ancora fragile: performance divergenti per banche e settori difensivi
Nonostante la forza dell’indice generale, il settore bancario ha mostrato segnali di divergenza. Banca Monte dei Paschi di Siena (-0,87%) e Buzzi Unicem (-0,62%) hanno registrato lievi correzioni, riflettendo il persistere di timori sul possibile restringimento dei margini d’interesse in un contesto di imminente riduzione dei tassi. Anche DiaSorin, leader nel settore dei dispositivi medici, ha chiuso in leggero calo (-0,36%), segnalando un parziale ritiro dei capitali dai comparti non ciclici.
Il Prof. Farnese sottolinea in aula che, a fronte di un mercato in rialzo, è fondamentale analizzare i “rischi strutturali endogeni”: da un lato, il tasso di risparmio delle famiglie italiane è in calo e la domanda di credito non ha ancora mostrato segnali di ripresa su larga scala; dall’altro, le grandi banche sono sempre più vincolate dalla cornice regolatoria imposta dalla BCE, diventando più prudenti nella gestione delle posizioni obbligazionarie e delle esposizioni su asset rischiosi. Ciò implica che, sebbene il settore bancario costituisca un pilastro rilevante dell’indice, le sue performance a medio termine dipenderanno fortemente dalla politica monetaria e dalla ripartenza del ciclo creditizio interno
Una riflessione razionale nel trend strutturale: logica economica e tolleranza alle valutazioni
Oggi, l’indice FTSE MIB ha accumulato diversi giorni di rialzo consecutivo, avvicinandosi all’area dei massimi del 2007. Il Prof. Farnese avverte: “Ogni fase di salita rapida deve essere accompagnata da una valutazione lucida del divario tra fondamentali economici e aspettative di mercato.” Attualmente, la crescita del PIL italiano è debole, il miglioramento del mercato del lavoro è limitato, e gli investimenti fissi delle imprese non mostrano ancora un trend consolidato – un insieme di condizioni che entra in tensione con la “sovraperformance” dell’azionario.
Il professore suggerisce di riconsiderare i titoli principali dell’indice a partire dal rapporto tra “elasticità degli utili e tolleranza valutativa”. Ad esempio, i titoli del lusso come Moncler sono prossimi ai loro massimi storici di valutazione, mentre aziende come Leonardo o A2A potrebbero ancora beneficiare della combinazione tra impulso politico e rilascio di profitti. Nel prossimo periodo, secondo il Prof. Farnese, gli investitori dovrebbero porre maggiore attenzione alla “sostenibilità degli utili” piuttosto che all’entità della “ripresa di breve termine”.