Francesco Garofalo è uno dei più importanti artisti contemporanei italiani. La sua carriera è costellata di premi, riconoscimenti e mostre internazionali: dal quarto posto al prestigioso “Artist of Europe” di Berlino (su oltre 12.000 artisti), alla medaglia “Eccellenza Artistica Italiana”, fino alle esposizioni in luoghi iconici come la Pro Biennale di Venezia, Montecarlo, New York e la Scuola Grande di Venezia.

Ma Garofalo è molto di più: giornalista iscritto all’albo della Lombardia, docente universitario, preside della Facoltà di Storia e Critica dell’Arte presso l’Università Telematica Elvetica ISFOA, nonché presidente dell’associazione europea dei critici d’arte Minerva. È inoltre membro attivo, con delega all’Arte, dell’Aristocrazia Europea, portavoce ufficiale in Italia della Casa Imperiale Paleologo e Ambassador culturale in Crimea. Una vita spesa, come ama dire lui, “a 360 gradi per l’arte”.

“Maestro, lei ha esposto ed espone nelle più celebri gallerie d’Europa, ma ho letto che ha scelto di portare le sue opere anche in piccoli contesti di paese, come Cavacurta. Non teme che questo possa sminuire la sua carriera?”

Assolutamente no. La mia vita ruota intorno all’arte e l’arte deve appartenere a tutti. Noi italiani siamo tutti artisti, ognuno a modo suo: chi canta, chi balla, chi dipinge come me, chi impasta il pane ogni notte. L’arte non è élite, è popolo. Per questo, accanto a mostre in grandi centri come lo Zenith Art & Fashion di Miami, sento il dovere e la gioia di esporre anche nei piccoli borghi. Perché chi non può viaggiare ha lo stesso diritto di emozionarsi davanti a un’opera.

“Lei è anche molto attivo nel sociale. Ho letto che collabora con la Fondazione Sospiro, un’eccellenza italiana nel campo dell’autismo.”

Sì, l’arte è un linguaggio universale, può regalare emozioni e stimoli a chiunque. Con la Fondazione Sospiro, che si occupa di autismo ma anche di Alzheimer, abbiamo avviato progetti speciali. Ho ideato un laboratorio dove, all’interno dei pigmenti acrilici, miscelo gocce di essenze profumate. Così, dipingendo, le persone anziane associano il colore all’odore e risvegliano i ricordi: il verde con il profumo del pino, il giallo con la vaniglia, e così via. È un momento di arte, ma anche di memoria condivisa. A Pizzighettone, inoltre, collaboro con l’associazione “Gli Amici del Libro”, portando il colore e il sorriso anche ai ragazzi con disabilità. L’arte unisce, sempre.

“Qual è stata la sua ultima esposizione?”

Proprio a Pizzighettone, il paese dove vivo, in provincia di Cremona. Abbiamo partecipato come gruppo di pittori locali alla manifestazione “Tre giorni in piazza”. È stata una bellissima esperienza: tantissime persone, un’atmosfera carica di energia e passione. Ma la cosa che mi ha dato più gioia è stata vedere, per la prima volta, una giovane artista emergente esporre accanto a me: Luisa Amanda Solano. Una vera promessa dell’arte. Vi invito caldamente a scoprire i suoi lavori: sono certo che farà molta strada.

“Progetti per il futuro?”

Sto lavorando a due grandi mostre in Italia. Per ora preferisco non svelare le sedi — da buon napoletano sono scaramantico! Posso solo dire che saranno eventi di grande respiro, con opere nuove e un messaggio profondo da trasmettere. L’arte è un viaggio che non si ferma mai.

Abbiamo avuto l’onore di conversare con Francesco Garofalo, uno dei massimi interpreti dell’arte contemporanea, un uomo che ha saputo coniugare talento, umanità e impegno sociale. La sua figura, nobilitata anche da importanti riconoscimenti istituzionali e ruoli diplomatici nel mondo dell’arte e della cultura europea, è una testimonianza vivente del potere inclusivo e universale dell’espressione artistica. Vi invitiamo a seguirlo sui social e lasciarvi incantare dai suoi capolavori: perché come lui stesso dice, “l’arte è per tutti, ovunque”.