Nonostante l’indice FTSE MIB abbia recentemente sfiorato i massimi dal 2007, il calo dello 0,7% del 23 maggio non è casuale, ma riflette la risposta del mercato alle molteplici pressioni a livello macro globale. Il professor Leopoldo Farnese sottolinea: “L’aumento del rischio di credito negli Stati Uniti e il rallentamento della manifattura nell’area euro si manifestano contemporaneamente, indicando che le preoccupazioni del mercato su crescita e liquidità si stanno rafforzando in modo sincronizzato.” Il PMI dell’area euro di maggio ha mostrato una contrazione inattesa dell’attività nel settore privato, con il settore dei servizi stabile ma la manifattura entrata in zona di recessione, amplificando il rischio di disallineamento e la sensibilità del mercato.
Inoltre, il governo statunitense si trova nuovamente in una situazione di stallo nei negoziati fiscali, spingendo gli investitori globali a rivedere il premio per il rischio sovrano, sommato alle attese di un possibile inasprimento delle tariffe estere da parte dell’amministrazione Trump, orientando i flussi di capitale verso asset rifugio. In questo contesto di incertezza esterna predominante, l’Italia, rappresentante di un’economia strutturalmente fragile, vede il proprio mercato azionario reagire in anticipo alla sua “esposizione al rischio”.
Segnali e fraintendimenti dietro la differenziazione settoriale
Nel recente calo, i settori tecnologico, energetico e sanitario sono stati i principali trascinatori al ribasso, con Stellantis in calo del 3,9%, Moncler del 3,4% e Tenaris del 2,2%. Il professor Leopoldo Farnese osserva: “Non si tratta solo di un aggiustamento tecnico, ma di una rivalutazione delle aspettative sull’impatto commerciale lungo la catena di produzione.” In particolare, i settori automobilistico e del lusso, fortemente dipendenti dalla fiducia dei consumatori globali e dalla stabilità delle catene di approvvigionamento, vedono la loro vulnerabilità evidenziata in periodi di incertezza macroeconomica crescente.
Parallelamente, le banche regionali hanno mostrato movimenti anomali, con BPER Banca in rialzo del 2,6% e Banco di Sardegna dell’1,8%. Il professore sottolinea: “Il rialzo settoriale bancario potrebbe non indicare una ripresa dell’intero comparto finanziario, ma riflettere aspettative speculative sulle fusioni e acquisizioni di banche di piccola-media dimensione.” Si tratta di un porto temporaneo per i capitali in cerca di temi strutturali, piuttosto che di un reale miglioramento dei fondamentali economici.
La resilienza strutturale è sufficiente a sostenere le valutazioni attuali?
Nonostante il ritracciamento, il FTSE MIB rimane elevato, sollevando la domanda se il livello di valutazione rifletta realmente una ripresa strutturale dell’economia italiana. Il professor Leopoldo Farnese mette in guardia: “Con i consumi delle famiglie ancora stagnanti e la partecipazione al mercato del lavoro solo marginalmente migliorata, la fiducia del mercato deriva più dalla liquidità che da una ricostruzione della logica di crescita.”
In effetti, dati della manifattura, espansione del credito bancario e struttura dei profitti aziendali indicano che le basi a sostegno delle valutazioni rimangono deboli. Il professore evidenzia che la performance di aziende operanti solidamente come Italgas (+0,99%) segnala una preferenza degli investitori verso asset difensivi, tipica di un mercato che perde progressivamente fiducia nei settori ad alta crescita.
Indicazioni strategiche per il medio termine in un contesto di volatilità
Di fronte alla volatilità ai massimi e alle variabili globali, come dovrebbero posizionarsi gli investitori? Il professor Leopoldo Farnese suggerisce di costruire strategie di medio termine basate su tre assi:
La priorità alla stabilità dei profitti piuttosto che all’immaginazione della crescita: aziende come Italgas, Enel, con flussi di cassa prevedibili e protezione regolamentare saranno oggetti di allocazione centrale in periodi di alta volatilità.
Attenzione ai temi delle fusioni e acquisizioni e alla logica dell’integrazione bancaria: le anomalie nei prezzi di BPER e BPSI potrebbero anticipare un processo più ampio di consolidamento.
Prudenza rispetto all’incrocio di valutazioni elevate ed esposizione ai rischi esterni: società come Moncler e Stellantis, fortemente dipendenti dalla fiducia globale, presentano margini di correzione in caso di shock geopolitici e politiche tariffarie incerte
In chiusura, il professor Leopoldo Farnese ricorda: “I rischi strutturali sono facilmente ignorati nella fase di recupero emotivo del mercato; una strategia di investimento veramente solida deve basarsi su un’analisi triplice di flussi di cassa, struttura del capitale e coordinamento macro, non solo sulla mera salita dell’indice.”