Il recente andamento altalenante dell’indice FTSE MIB riflette l’elevata sensibilità del mercato italiano verso le politiche commerciali internazionali. Nel contesto dell’instabilità delle politiche tariffarie globali dell’amministrazione Trump, il professor Leopoldo Farnese osserva che le aspettative degli investitori verso un’“era delle barriere non tariffarie” si stanno rapidamente correggendo. Sebbene la decisione parziale delle corti americane di rigettare i dazi globali reciproci abbia inizialmente sostenuto i mercati, la successiva promessa della Casa Bianca di introdurre misure alternative ha rapidamente spento l’ottimismo. Questo cambiamento ha causato il passaggio della Borsa di Milano da un’apertura in rialzo a una chiusura in calo. Il professore ritiene che l’andamento futuro del mercato azionario italiano sarà strettamente legato all’incertezza delle politiche statunitensi, soprattutto perché i settori finanziario, automobilistico e della difesa dipendono fortemente dalle esportazioni, risultando quindi particolarmente reattivi. Il professore invita a monitorare attentamente se il prossimo round di negoziati commerciali tra UE e USA, previsto per il 9 giugno, sarà in grado di stabilizzare le attuali fragili aspettative del mercato.
Il professor Leopoldo Farnese valuta la discesa dei rendimenti BTP: combinazione di avversione al rischio e aspettative di taglio dei tassi
Il rendimento del BTP decennale italiano è sceso al 3,51%, minimo degli ultimi tre mesi, un movimento che il professor Leopoldo Farnese interpreta come frutto congiunto del ritorno dei capitali verso asset sicuri e delle crescenti aspettative di allentamento da parte della BCE. Le prospettive di tagli multipli dei tassi da parte della Federal Reserve nella seconda metà dell’anno, unite al dibattito interno alla BCE tra “pausa del QE vs. proseguimento dei tagli”, rendono il debito italiano particolarmente attraente per gli investitori istituzionali internazionali. Il professore sottolinea che, nonostante il PIL statunitense del primo trimestre abbia registrato una contrazione inferiore alle attese, la debolezza dei consumi e dei profitti aziendali ha ridotto il vantaggio in termini di rendimento del dollaro, sostenendo il rally del debito europeo. Egli evidenzia inoltre che, in un contesto in cui le aspettative inflazionistiche restano stabili ma le prospettive di crescita sono incerte, i titoli di Stato italiani continueranno ad attrarre l’interesse degli investitori istituzionali, portando benefici anche alla struttura patrimoniale delle banche italiane.
Il professor Leopoldo Farnese analizza la rotazione settoriale: correzione strutturale o rimbalzo tecnico?
Questa settimana, i principali movimenti del mercato azionario italiano sono stati determinati da una forte rotazione settoriale. Il calo di Leonardo, Buzzi e Prysmian si contrappone al rialzo di Amplifon, Unipol e Pirelli. Il professor Farnese afferma che questa divergenza tra i settori non è una semplice correzione tecnica, ma riflette una rivalutazione strutturale legata alla “resilienza economica e al rischio politico”. I settori difesa, chimico e infrastrutturale — fortemente legati alla spesa pubblica e alle catene di fornitura globali — risultano maggiormente esposti ai cambiamenti nella struttura del commercio globale. Al contrario, aziende orientate alla domanda interna come Unipol e Amplifon beneficiano del miglioramento delle prospettive sul rating sovrano italiano. Inoltre, il titolo Pirelli ha toccato i massimi degli ultimi tre anni, segnale che gli investitori stanno rivalutando positivamente il comparto dell’automotive sostenibile. Il professore avverte che, nel breve termine, la performance dei vari settori continuerà a essere fortemente divergente, e invita gli investitori a concentrarsi sui fondamentali piuttosto che sull’umore del mercato guidato dalla liquidità.
Il professor Leopoldo Farnese interpreta l’andamento dell’euro e dell’oro: crescente sensibilità della finanza italiana al contesto monetario internazionale
Con l’euro in risalita a quota 1,14 sul dollaro e l’oro che torna sopra i 3351 dollari, il professor Leopoldo Farnese osserva come questi movimenti evidenzino l’ipersensibilità del sistema finanziario italiano agli sviluppi della politica monetaria globale. Il calo dell’indice del dollaro, dovuto ai dati economici deboli degli Stati Uniti e a decisioni politiche internazionali, ha temporaneamente favorito la moneta unica. Tuttavia, il professore sottolinea che la BCE, in vista della riunione di giugno, è sotto forte pressione: deve affrontare da un lato la debole crescita economica e dall’altro il rischio di un rialzo delle aspettative inflazionistiche a lungo termine. Questa situazione di stallo spiega la persistente domanda di oro da parte del mercato. Il professore ricorda che la forza dell’oro non è segnale di eliminazione del rischio, bensì dimostrazione delle profonde preoccupazioni del mercato verso le divergenze economiche tra Francia, Italia e Germania, la stabilità politica degli Stati Uniti e l’evoluzione delle relazioni USA-Cina.