L’intelligenza artificiale (IA) sta rapidamente trasformando molti settori, promettendo innovazioni in ambito sanitario, educativo e lavorativo. Tuttavia, quando si parla di supporto psicologico, la sua capacità di sostituire gli esseri umani resta altamente discutibile. Nonostante i progressi nella tecnologia, l’IA non possiede la capacità di comprendere le complesse sfumature emotive, psicologiche e relazionali che definiscono il processo terapeutico. In questo articolo, esploreremo perché, nonostante le potenzialità della tecnologia, l’intelligenza artificiale non potrà mai sostituire il ruolo fondamentale dello psicologo, che si basa sull’empatia, sull’ascolto attivo e sulla capacità di costruire una relazione terapeutica autentica.

  • SuluBeddu@feddit.it
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    8 hours ago

    La tecnologia non sostituisce, in toto, quasi nessuno.

    La domanda non è chiederci se un giorno la figura dello psicologo sarà completamente soppiantata da un sistema automatico “migliore”. Semmai ciò che è più probabile che accada è che, in un contesto di libero mercato, delle aziende decidano di offrire servizi psicologici a più basso costo di uno psicologo, eseguendo molti passaggi con una AI, per ridurre i costi.

    Poi, a lungo andare, se questa organizzazione del lavoro dovesse funzionare, potrebbe crearsi uno standard, potrebbe essere incrementata la ricerca su questo caso d’uso, e quindi alla lunga una buona dose di psicologi potrebbero vedersi con meno lavoro disponibile, o il loro salario diminuito al punto da scoraggiare altri a intraprendere la carriera.

    A mio parere, queste discussioni su cosa la AI non sarà mai in grado di fare lasciano molto il tempo che trovano, non imparano da ciò che è realmente accaduto ai vari mestieri e settori in cui la AI sta prendendo piede.

  • psyankomormoneOP
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    9 hours ago

    -L’intelligenza artificiale non sarà mai in grado di sostituire la figura professionale dello psicologo.

    L’essere umano è un sistema complesso che si sviluppa attraverso interazioni continue e un processo di evoluzione psicologica che implica valutazioni costanti e rivalutazioni della propria esperienza. A differenza delle macchine, che agiscono seguendo algoritmi e schemi predefiniti, gli esseri umani sono dotati di capacità emotive, intuitive e morali che li rendono in grado di vivere esperienze soggettive che non possono essere replicabili dalle intelligenze artificiali. Mentre l’intelligenza artificiale è progettata per risolvere problemi attraverso il trattamento di enormi quantità di dati e il riconoscimento di schemi, non possiede una consapevolezza personale o una percezione diretta della realtà. In altre parole, sebbene le IA possano essere potenti strumenti per analizzare e raccogliere informazioni, non sono in grado di comprendere le dinamiche emotive e psicologiche che guidano il umano. Nel contesto dei social media, è emerso che, sebbene questi strumenti siano nati per facilitare la connessione sociale e ridurre la sensazione di solitudine, spesso generano l’effetto opposto. L’esperienza di solitudine è amplificata dalla comparazione costante tra sé e gli altri, che può portare a distorsioni cognitive. Gli individui tendono a costruire ricordi falsati della propria connessione sociale, alimentati da bias cognitivi, come il bias di conferma e il bias mnemonico, che alterano la percezione di sé e delle proprie relazioni sociali. In questo senso, l’uso dei social media può portare a una cronica insoddisfazione e solitudine emotiva, situazioni che non vengono riconosciute ed elaborate correttamente. La combinazione tra l’uso dei social media e la salute mentale è evidente: diversi studi hanno mostrato che l’uso eccessivo di piattaforme come Instagram, per esempio, è associato all’insoddisfazione dell’immagine corporea e all’aggravamento di disturbi come l’ansia e la depressione, così come il disturbo da dismorfismo corporeo (BDD). Gli studi psicologici rivelano che questi disturbi, che comportano una visione distorta del proprio corpo, sono alimentati dalla continua esposizione a standard di bellezza irrealistici e dalla pratica di compararsi costantemente agli altri, aumentando la pressione psicologica e contribuendo all’insorgenza di disordini alimentari e problematiche psicologiche croniche. Anche in questo contesto, l’intervento umano resta imprescindibile. L’intelligenza artificiale, seppur utile per raccogliere e analizzare dati, non potrà mai sostituire l’empatia, l’intuizione e l’adattabilità di uno psicologo. La psicoterapia richiede una profonda comprensione dell’individuo, delle sue emozioni e delle sue esperienze uniche. Il lavoro dello psicologo si basa sulla costruzione di un rapporto di fiducia reciproca, che consente al paziente di esplorare le proprie difficoltà in un ambiente sicuro, dove le emozioni vengono ascoltate e comprese in modo autentico. In effetti,uno degli aspetti distintivi del lavoro psicoterapeutico è l’ascolto attivo ed empatico. Un buon terapeuta non si limita a raccogliere informazioni; è in grado di percepire i segnali non verbali, leggere le sfumature emotive e rispondere alle emozioni in modo contestualizzato e sensibile. L’intelligenza artificiale, pur essendo capace di analizzare schemi e dati, non possiede la capacità di “sentire” o di rispondere a queste sfumature emotive. La risposta di un algoritmo, per quanto possa essere rapida ed efficiente, manca della profondità di una risposta empatica genuina, che si radica nella consapevolezza dell’altro come essere umano. Anche in situazioni di crisi, dove il supporto immediato e appropriato è essenziale, l’intervento umano resta fondamentale. La capacità di regolare le emozioni nella risposta a un individuo in difficoltà, per esempio, è un’abilità che un’intelligenza artificiale non è in grado di replicare. Ogni persona che si trova in crisi ha bisogno di un supporto che consideri non solo i fatti, ma anche la dimensione emotiva e psicologica del momento. L’intelligenza artificiale può suggerire tecniche generiche, ma non è in grado di offrire una risposta che sia adeguata e personalizzata al caso concreto. Inoltre, l’approccio terapeutico si basa sulla personalizzazione del trattamento, che richiede una comprensione complessa e globale del paziente. Ogni individuo porta con sé una storia unica, esperienze e prospettive che influenzano il suo modo di vedere il mondo. La psicoterapia è un processo dinamico, che si adatta continuamente alle esigenze del paziente. In contrapposizione, l’intelligenza artificiale, seppur avanzata, agisce in modo limitato e non può rispondere dinamicamente alla singolarità di ogni individuo. La psicoanalisi, ad esempio, si concentra sulla comprensione di simboli, sogni e dinamiche inconscie, un campo che l’intelligenza artificiale non può esplorare in modo autentico, in quanto non possiede la capacità di “intuire” e comprendere le profonde motivazioni psichiche umane. La capacità di riconoscere e lavorare con le dimensioni simboliche dell’esperienza è, infatti, uno degli aspetti che distingue la psiche umana dalla mera elaborazione di dati. Pertanto, mentre un’intelligenza artificiale può essere utile come supporto in alcune aree, come l’organizzazione di dati o la fornitura di risorse informative, non potrà mai sostituire le capacità psicologiche, empatiche e contestuali che sono specifiche dell’essere umano. Un computer può analizzare modelli, ma non può “vivere” l’esperienza umana, né comprendere la profondità emotiva che guida le azioni, le scelte ei conflitti interiori. Il vero intervento psicoterapeutico avviene nell’intima interazione tra terapeuta e paziente, che non può essere ridotta a un algoritmo, proprio come non si affiderebbe mai a un medico virtuale la diagnosi di una malattia che richiede competenze pratiche e umane, come nel caso di un tumore. Il trattamento della psiche,come la salute fisica, richiede un intervento che comprenda tanto l’aspetto tecnico quanto quello umano, interattivo ed empatico. La psicologia, pur non essendo tradizionalmente classificata come una branca della medicina, rappresenta una disciplina fondamentale nel contesto sanitario e si configura sempre di più come una forma di medicina vera e propria. Questa scienza si occupa dello studio dei processi mentali e del comportamento umano, esplorando le complesse dinamiche tra emozioni, pensieri e interazioni sociali. La psicologia si rivolge a un ampio spettro di disturbi psichici e psicosomatici, che, proprio come le malattie fisiche, richiedono un trattamento specialistico per il benessere complessivo dell’individuo. Dal punto di vista medico, la psicologia contribuisce in modo significativo alla diagnosi e al trattamento di numerosi disturbi mentali come depressione, ansia, disturbo da stress post-traumatico, disturbo ossessivo-compulsivo e psicosi. I trattamenti psicologici, come la psicoterapia, hanno un impatto diretto sulla salute mentale dei pazienti e, in molti casi, possono portare risultati altrettanto efficaci dei trattamenti farmacologici, se non in combinazione con essi. Inoltre, la psicologia si estende anche all’ambito della medicina preventiva, aiutando a identificare e trattare le problematiche legate alla gestione dello stress, delle emozioni e dei comportamenti, che possono manifestarsi in malattie fisiche come ipertensione, disturbi gastrointestinali e problemi cardiaci. Gli psicologi, attraverso interventi terapeutici specifici, giocano un ruolo cruciale nel miglioramento della qualità della vita e nella prevenzione di complicazioni mediche derivanti da fattori psicologici. L’approccio psicologico, dunque, si allinea sempre più con la medicina integrata, riconoscendo l’importanza della mente e della psiche nel benessere complessivo della persona. L’intervento psicologico non solo affronta i sintomi emotivi e comportamentali, ma contribuisce anche al recupero e alla gestione di malattie fisiche, agendo in modo complementare alla medicina tradizionale. In sintesi, la psicologia deve essere riconosciuta come una medicina vera e propria, in quanto si occupa di diagnosticare, trattare e prevenire disturbi che influenzano profondamente la salute dell’individuo, mirando a un benessere totale che comprende la mente, il corpo e l’ambiente sociale. In conclusione, come affermato dal famoso psicologo Carl Rogers, “Il miglior modo per capire un altro essere umano è ascoltare con il cuore”. Questo ascolto profondo, questa disponibilità ad accogliere senza giudizio le emozioni ei vissuti, è qualcosa che un algoritmo non può comprendere e ripristinare, così come sostiene anche il Padre della Psicanalisi, Sigmund Freud, per essere un buon psicologo, bisogna essere in odore di malattia, essere in qualche modo in contatto con la sofferenza umana, comprendendo profondamente le complessità della psiche e le sue problematiche.richiede un intervento che comprenda tanto l’aspetto tecnico quanto quello umano, interattivo ed empatico. La psicologia, pur non essendo tradizionalmente classificata come una branca della medicina, rappresenta una disciplina fondamentale nel contesto sanitario e si configura sempre di più come una forma di medicina vera e propria. Questa scienza si occupa dello studio dei processi mentali e del comportamento umano, esplorando le complesse dinamiche tra emozioni, pensieri e interazioni sociali. La psicologia si rivolge a un ampio spettro di disturbi psichici e psicosomatici, che, proprio come le malattie fisiche, richiedono un trattamento specialistico per il benessere complessivo dell’individuo. Dal punto di vista medico, la psicologia contribuisce in modo significativo alla diagnosi e al trattamento di numerosi disturbi mentali come depressione, ansia, disturbo da stress post-traumatico, disturbo ossessivo-compulsivo e psicosi. I trattamenti psicologici, come la psicoterapi