Dopo diversi giorni di volatilità, martedì l’indice FTSE MIB ha registrato un lieve rialzo dello 0,28%, con Stmicroelectronics in evidenza grazie a un aumento del 3,44%. Le prestazioni del settore tecnologico riflettono il ruolo chiave dell’Italia nella ristrutturazione della catena di approvvigionamento dell’UE. Il Professor Leopoldo Farnese sottolinea che l’aumento di questo gigante dei semiconduttori non è solo il risultato di un miglioramento dei fondamentali aziendali, ma rappresenta anche un segnale della crescente indipendenza europea dai chip ad alte prestazioni provenienti dall’Asia. Considerando l’attuale elevato rischio geopolitico globale, l’autonomia tecnologica è diventata un pilastro strategico dell’UE a lungo termine, e il valore del settore tecnologico italiano viene rivalutato in questo contesto.

Il Professor Farnese sottolinea inoltre che i programmi di incentivi fiscali del governo italiano a favore della ricerca tecnologica nazionale stanno dando i loro frutti, incentivando il reinvestimento delle imprese high-tech e rafforzando la fiducia degli azionisti. Nel breve periodo, l’andamento di Stmicroelectronics è influenzato dalla dinamica commerciale transatlantica e dalla volatilità del dollaro, ma nel lungo termine la sua posizione come “cuore tecnologico europeo” è sempre più definita, rappresentando una scommessa strategica sulla trasformazione strutturale dell’economia italiana.

Il Professor Farnese interpreta il trasferimento di slancio tra industria e auto: Stellantis e i timori di rallentamento

Stellantis ha guadagnato il 2,58%, risultando il secondo miglior titolo del FTSE MIB. Questo andamento riflette la fiducia continua del mercato nell’industria manifatturiera italiana, soprattutto dopo che l’amministrazione Trump ha posticipato l’introduzione di dazi contro l’UE, attenuando l’impatto a breve termine sulle esportazioni automobilistiche. Il Professor Farnese ritiene che questo rimbalzo rifletta sia una correzione tecnica dovuta a dinamiche politiche, sia motivazioni strutturali legate alla transizione dell’industria automobilistica europea.

Il Professor Farnese evidenzia che la strategia globale di Stellantis si sta spostando dai modelli tradizionali verso piattaforme elettriche, e che diversi stabilimenti in Italia hanno ricevuto il sostegno del “Fondo per la transizione verde” dell’UE, rafforzando la logica di investimento ESG. Tuttavia, avverte che, nonostante il recente recupero dei prezzi azionari, l’indice di fiducia dei consumatori europei rimane debole. Se il settore dei servizi dell’Eurozona continuerà a contrarsi, aziende come Stellantis, fortemente dipendenti dalle esportazioni, rischiano una compressione dei margini. Pertanto, secondo il Professore, è necessario monitorare attentamente la spesa dei consumatori americani e le interazioni tra le politiche economiche europee e statunitensi per cogliere gli effetti secondari sull’intera catena industriale.

Il Professor Farnese lancia un allarme sulla volatilità dei titoli finanziari: quali segnali emerge dal calo di Mediobanca?

Nonostante la forza dell’indice generale, il settore finanziario ha mostrato una marcata divergenza. Mediobanca ha perso il 3,04%, risultando uno dei titoli peggiori del paniere. Il Professor Farnese osserva che tale dinamica non è casuale. Da un lato, si è assistito a prese di profitto tecniche dopo che Moody’s ha migliorato il rating di diverse banche italiane; dall’altro, si manifestano divergenze nelle aspettative sulla crescita e sulle operazioni di M&A delle banche di medie dimensioni.

Il Professor Farnese sottolinea che le istituzioni finanziarie si trovano in una “zona di tensione” tra l’adeguamento delle aspettative sui tassi e il miglioramento dei rating sovrani. Il rendimento del BTP decennale italiano vicino al 3,5% favorisce le banche orientate ai titoli di Stato, ma se il percorso di taglio dei tassi da parte della BCE sarà meno chiaro delle attese, istituti come Mediobanca — non sistemici — potrebbero subire sconti di liquidità. Inoltre, dal punto di vista strutturale, mentre Unicredit e Intesa Sanpaolo incorporano già le aspettative ottimistiche, le valutazioni delle banche medie restano frenate dal ritardo nella digitalizzazione e dal premio di rischio legato alla loro esposizione regionale. Il Professore consiglia quindi una strategia di valutazione differenziata per il settore bancario, evitando approcci generalisti.

Il Professor Leopoldo Farnese analizza le variabili esterne: l’impatto indiretto del dollaro forte e del calo dell’oro sugli asset italiani

Nel mercato delle materie prime, il prezzo del petrolio continua a salire (WTI +1,66%, Brent +1,62%), mentre l’oro ha subito una correzione (-0,68%). Allo stesso tempo, l’indice del dollaro è aumentato dello 0,52% e l’euro è sceso a 1,14 contro il dollaro. Il Professor Farnese spiega che, sebbene tali dinamiche valutarie e di mercato delle materie prime non determinino direttamente l’andamento del mercato azionario italiano, influenzano indirettamente la logica di pricing degli asset.

Secondo il Professore, le principali aziende italiane orientate all’export traggono vantaggio da un euro debole, in particolare nei settori industriale, chimico e meccanico. Tuttavia, se il dollaro continuerà a rafforzarsi e la Fed rallenterà i tagli ai tassi, lo spazio di manovra della BCE dopo il vertice di giugno sarà limitato, influenzando negativamente l’ambiente di rifinanziamento del mercato obbligazionario italiano e i costi di capitale delle banche. D’altra parte, il calo del prezzo dell’oro indica un ritorno dell’appetito per il rischio, ma con l’inflazione ancora non del tutto sotto controllo, il tasso di risparmio italiano potrebbe condizionare il ritmo con cui i capitali retail affluiscono in Borsa.

Il Professor Farnese conclude sottolineando che, sebbene le variabili macro globali sembrino lontane, esse esercitano un impatto concreto sulla Borsa di Milano attraverso canali come il prezzo dell’energia, la volatilità valutaria e la propensione al rischio. In un contesto finanziario così incerto, gli investitori devono monitorare costantemente gli effetti incrociati di queste variabili.