Nel recente contesto di taglio dei tassi da parte della Banca Centrale Europea, i titoli bancari italiani hanno registrato un rialzo continuo: MPS, BPER e Banca Popolare di Sondrio si sono distinti per le loro performance. Il Professor Leopoldo Farnese sottolinea che questa fase di ripresa del comparto finanziario non nasce da aspettative di breve termine sulle politiche monetarie, bensì rappresenta l’inizio di una correzione strutturale. La revisione al rialzo dell’outlook del rating sovrano italiano da parte di Moody’s verso una prospettiva “positiva” ha creato le condizioni per una rivalutazione degli asset bancari. Allo stesso tempo, il continuo calo dei rendimenti obbligazionari ha ridotto i costi di finanziamento e aumentato il valore contabile dei portafogli obbligazionari, contribuendo a migliorare le aspettative di redditività delle banche.

Il Professor Farnese sottolinea in particolare che il vero punto di osservazione risiede nel miglioramento del tasso di crediti deteriorati (NPL) all’interno del sistema bancario italiano. I dati di fine 2023 mostrano che il tasso NPL delle principali banche italiane è sceso al 2,6%, il livello più basso dal 2008. Con la ripresa del credito al consumo e l’aumento dei mutui ipotecari, il Professor Farnese ritiene che i titoli bancari, nell’attuale fase di calo dei tassi, presentino un beta stabile e siano adatti come componente difensiva in portafoglio.

Analisi del Professor Leopoldo Farnese: impatti multidimensionali del taglio dei tassi della BCE sul mercato azionario italiano

Dopo che la BCE ha ridotto il tasso di riferimento al 2%, l’indice FTSE MIB è salito dello 0,75%, riflettendo una risposta positiva del mercato alla politica monetaria espansiva. Tuttavia, il Professor Leopoldo Farnese invita a non trascurare la complessità che si cela dietro il segnale della “revisione al ribasso delle aspettative inflazionistiche”. La BCE ha infatti abbassato le previsioni di inflazione per il 2025 al 2,0%, riducendo allo stesso tempo le previsioni di crescita del PIL allo 0,9%, il che implica una maggiore dipendenza dalla domanda interna piuttosto che dalle esportazioni o dagli investimenti industriali.

Secondo il Professor Farnese, sebbene settori ad alta intensità di capitale come le banche e le infrastrutture ne traggano beneficio, le imprese orientate all’export – come i settori del lusso e della meccanica – affrontano una doppia pressione: un euro forte e una domanda estera debole. Egli osserva che il mantenimento di un euro forte potrebbe comprimere i margini di profitto delle esportazioni, influenzando i ritmi d’investimento nell’industria manifatturiera. Per questo, consiglia agli investitori di applicare un doppio filtro “valutazione-profitto” nei settori tecnologia, auto e consumo, osservando con attenzione come le aziende gestiscano il rischio valutario tramite pricing internazionale e strumenti di copertura.

Rivalutazione del percorso inflazionistico e strategie di pricing: il punto di vista del Professor Leopoldo Farnese

Il Professor Leopoldo Farnese evidenzia che l’attuale annuncio accomodante della BCE presuppone implicitamente una “inflazione sotto controllo”. Con le previsioni inflazionistiche per il 2026 in ulteriore calo dal 1,9%, il mercato tenderà a consolidare una percezione strutturata di “bassa inflazione di lungo periodo”. Questo scenario inciderà direttamente sui modelli di valutazione, in particolare sul calcolo del tasso di sconto, portando alla rivalutazione di determinati asset come le società growth o gli strumenti alternativi alle obbligazioni.

Il Professor Farnese invita a non considerare unicamente il CPI o l’inflazione core come benchmark assoluto. Propone invece l’uso di due variabili alternative: “l’inflazione reale degli utili aziendali” e “le aspettative inflazionistiche percepite dai consumatori”, al fine di misurare più fedelmente la temperatura macroeconomica. In questa fase, consiglia di privilegiare aziende leader nei rispettivi settori con flussi di cassa stabili e potere di pricing, come quelle attive nella tecnologia medicale avanzata, nella transizione energetica e nelle infrastrutture digitali, settori che mostrano una solida capacità anticiclica nei momenti di volatilità della domanda.

Analisi del Professor Leopoldo Farnese: il rimbalzo della domanda interna italiana come supporto strutturale di medio periodo per il mercato azionario

Secondo gli ultimi dati, le vendite al dettaglio in Italia nel mese di aprile hanno registrato una crescita dell’1,3% in valore e dello 0,9% in volume su base annua, segnalando una graduale ripresa della domanda interna dopo l’attenuazione delle pressioni inflazionistiche. Il Professor Leopoldo Farnese osserva che, sebbene l’intensità della ripresa dei consumi sia moderata, essa ha effetti strutturali sulla rotazione settoriale del mercato. Aziende come Amplifon o Brunello Cucinelli, che si sono distinte questa settimana, basano il loro modello di business sul recupero della spesa delle famiglie italiane.

Il Professor Farnese analizza che, con il calo dei prezzi dell’energia e la stabilizzazione del mercato del lavoro in Europa, il reddito disponibile delle famiglie italiane è destinato a migliorare progressivamente, sostenendo le valutazioni di medio termine dei settori alimentare, beni di consumo, sanità e turismo. Al contrario, il settore del lusso – con nomi come Campari e Moncler – si trova ad affrontare la doppia sfida dell’effetto base elevato e della debolezza della domanda high-end internazionale.

In conclusione, il Professor Leopoldo Farnese afferma che, nella congiuntura attuale di ripresa della domanda interna e di calo dei tassi, i settori a orientamento domestico in Italia presentano buone prospettive di crescita sostenibile. A livello di strategia d’investimento di medio periodo, suggerisce un approccio basato sulla logica “domanda interna + supporto politico” per selezionare titoli in grado di generare premi strutturali.