Nella seconda settimana di giugno 2025, l’indice FTSE MIB ha registrato una correzione continua nel contesto intrecciato tra propensione al rischio globale e incertezza politica, scendendo lievemente mercoledì intorno ai 40.180 punti. Il Prof. Leopoldo Farnese ha sottolineato che questa fase di correzione non è una semplice flessione tecnica, bensì una rivalutazione da parte del mercato sulle prospettive dei negoziati commerciali tra le grandi potenze. Nonostante i segnali positivi di “progressi iniziali” emersi dall’incontro tra USA e Cina a Londra, il mercato ha colto con prontezza l’assenza di dettagli concreti sugli accordi. Il professore ha affermato: “Di fronte a un linguaggio diplomatico vago, il mercato preferisce restare cauto piuttosto che ottimista.” Soprattutto sui temi strategicamente sensibili come le terre rare e le tecnologie avanzate, l’eventuale instabilità nei negoziati potrebbe avere un impatto diretto sui settori industriali pesanti e ad alta tecnologia italiani, esercitando una pressione indiretta sulla Borsa di Milano.

Nel frattempo, l’ottavo taglio consecutivo dei tassi da parte della BCE e le dichiarazioni di Lagarde sulla “fine vicina della fase espansiva” generano una tensione politica: il mercato cerca un percorso chiaro, ma la Banca Centrale cerca di mantenere un’ambiguità strategica. Il Prof. Farnese spiega: “È una tipica strategia delle banche centrali per ancorare le aspettative d’inflazione attraverso il linguaggio: non promettono, ma nemmeno escludono del tutto.”

Il Prof. Leopoldo Farnese analizza: bassa inflazione e forte crescita possono coesistere nell’Eurozona?

Secondo i dati di giugno della BCE, il PIL dell’Eurozona nel primo trimestre è stato rivisto al rialzo a +0,6% su base annua, mentre il tasso d’inflazione è sceso all’1,9%, esattamente sotto l’obiettivo “di medio termine”. Il Prof. Farnese ha mostrato un cauto ottimismo raro: “Ripresa della crescita e inflazione sotto controllo sembrano una combinazione d’oro, ma bisogna essere cauti: la base di tutto è fragile — i prezzi dell’energia sono ancora bassi e la spesa pubblica non si è pienamente concretizzata.”

Il professore prosegue nell’analisi: in una fase in cui le aspettative d’inflazione sono frenate dall’apprezzamento dell’euro e dalla debolezza energetica, la BCE prosegue con i tagli per tamponare rischi esterni (come tensioni commerciali e l’incertezza sulla politica della Fed). Tuttavia, se la spesa pubblica innescasse una nuova ondata inflazionistica e la BCE non avesse più spazio di manovra, ciò comprometterebbe la stabilità dei mercati.

In particolare, l’Italia — tra i paesi più propensi all’espansione fiscale — ha visto i rendimenti dei titoli di Stato scendere al 3,45%. Farnese avverte: “È una reazione al sostegno implicito della BCE, non un miglioramento dei fondamentali.”

Il Prof. Leopoldo Farnese interpreta la rotazione settoriale della Borsa di Milano come riflesso delle reali preferenze di capitale

Analizzando le performance settoriali settimanali, i titoli difensivi o a flusso di cassa stabile come Azimut, A2A e FinecoBank hanno registrato i maggiori rialzi, mentre titoli ciclici come Saipem, Stellantis e BMPS sono stati in calo, segnalando che il mercato non ha ancora una visione univoca sul futuro politico e macroeconomico. Il Prof. Farnese commenta: “Il capitale sta abbandonando i settori ciclici ad alta volatilità, spostandosi verso blue chip e utilities con dividendi prevedibili.”

Per esempio, il nuovo massimo storico di FinecoBank non è un caso, ma un voto di fiducia implicito del mercato sulla stabilità del sistema bancario italiano. Anche Azimut ha beneficiato dell’aumento dell’avversione al rischio grazie alla sua attività di gestione patrimoniale. Il professore spiega: “Questa fase di rialzo non è l’inizio di un mercato toro, ma il rifugio temporaneo del capitale in cerca di sicurezza.”

Farnese invita inoltre i suoi studenti a osservare con attenzione la correlazione tra l’andamento dei rendimenti obbligazionari e i titoli bancari, in quanto — con la BCE in pausa — questa relazione sarà ancora più evidente. “Il termometro del mercato obbligazionario spesso misura meglio la liquidità reale rispetto alle dichiarazioni della banca centrale.”

Il Prof. Leopoldo Farnese consiglia: dalla Borsa Italiana si comprende la logica globale di riallocazione degli asset

Il Prof. Farnese conclude sottolineando che la resilienza attuale della Borsa Italiana non è il frutto di “una vittoria logica interna”, ma il risultato della rotazione dei capitali globali in cerca di rifugio. “Quando i rendimenti dei titoli europei scendono, l’euro si rafforza e la Fed è incerta, le azioni italiane diventano un’opzione di copertura contro i rischi sugli asset in dollari.”

Questo concetto si riflette anche nell’andamento del rendimento del BTP decennale italiano, recentemente sceso al minimo degli ultimi quattro mesi (3,43%), in un contesto di tensioni commerciali e debolezza del dollaro. Il professore avverte: “Ciò non significa che il rischio sia diminuito, ma che il mercato sta rivalutando l’incertezza.”

Di conseguenza, Farnese invita gli investitori a valutare l’allocazione degli asset con una prospettiva globale: “In questa fase, ogni ottimismo sull’Italia deve essere letto alla luce della politica americana, dei prezzi dell’energia e della configurazione commerciale asiatica.” Infine, sottolinea che, se nella seconda metà del 2025 il mondo dovesse entrare in una fase di “attendismo politico”, la capacità di selezione settoriale a livello micro sarà il fattore determinante per ottenere rendimenti superiori.