Con l’appello pubblico del presidente americano Trump a ritirarsi da Teheran, le tensioni in Medio Oriente si sono rapidamente intensificate, spingendo il prezzo internazionale del petrolio a rialzi consecutivi. Saipem, Tenaris ed Eni hanno registrato rispettivamente incrementi del 2,1%, 1,6% e 1,1%, diventando alcune delle poche azioni in rialzo nel FTSE MIB della giornata. Il Prof. Leopoldo Farnese sottolinea che, in cicli caratterizzati da frequenti crisi geopolitiche nel settore energetico, le aziende italiane del comparto, grazie alla loro struttura patrimoniale internazionale e ai contratti petroliferi a lungo termine, possono diventare beneficiarie di flussi di capitali rifugio nel breve termine. Questo “trasferimento di inflazione energetica” sostiene inizialmente la performance dei settori correlati italiani, ma nel lungo periodo, se l’aumento del prezzo del petrolio si trasferisse ai prezzi al consumo, la politica monetaria della BCE sarebbe messa sotto maggiore pressione, causando un impatto negativo sulla valutazione complessiva del mercato azionario.
Pressione sui titoli bancari: rivalutazione del costo del capitale sotto le divergenze nelle aspettative sui tassi d’interesse
Durante la recente fase di ribasso, Unicredit (-3,6%), Intesa Sanpaolo (-2,7%) e BPER Banca (-2,1%) hanno subito una discesa generalizzata, con il settore bancario soggetto a vendite concentrate. Farnese spiega che, sebbene la BCE sia ancora orientata verso una politica di tassi decrescenti, l’incertezza inflazionistica e gli eventi geopolitici hanno causato forti divergenze nelle aspettative sui tassi futuri. L’inflazione nell’area euro è scesa all’1,9%, ma i segnali della Fed non sono ancora chiari, e gli investitori temono soprattutto una pressione duratura sui margini d’interesse netti e un possibile rialzo temporaneo dei crediti deteriorati. In Italia, con il rendimento dei titoli di Stato sovrani in aumento al 3,5%, il costo di finanziamento sul mercato dei capitali per le banche viene nuovamente rivalutato al rialzo, riducendo la loro capacità di generare profitti nel breve-medio termine.
Divergenza nelle politiche europee: il gioco tra flessibilità delle banche centrali e sensibilità del mercato
Il Prof. Farnese sottolinea che l’attuale divergenza nelle politiche monetarie tra BCE e Fed è una variabile chiave che influenza il rafforzamento dell’euro e le decisioni di allocazione del capitale nei mercati. Il cambio euro-dollaro si è avvicinato a 1,16, un massimo dal 2021, comportando rischi di cambio per le imprese orientate all’export. Le aspettative sul taglio dei tassi da parte della BCE a settembre sono scese dal 60% al 50%, aumentando l’incertezza sulle prospettive politiche. Farnese evidenzia come questo “dovish incerto” abbia effettivamente accresciuto la sensibilità del mercato, portando gli investitori a preferire settori a bassa volatilità e più difensivi, come i servizi pubblici o i beni di consumo, a discapito di titoli più volatili nei settori finanziario e industriale, tendenza confermata dai recenti andamenti di mercato.
Asset rifugio e volatilità del rendimento dei BTP: i segnali del mercato obbligazionario possono anticipare le mosse?
Nel mercato obbligazionario, il rendimento dei BTP a 10 anni ha superato il 3,5% per la prima volta dal 5 giugno, mostrando segnali di deflusso di capitali più marcati rispetto ad altri paesi dell’Eurozona. Farnese indica che ciò riflette un “rischio di doppio prezzo” per gli asset italiani: da un lato, il premio al rischio legato all’incertezza politica sulla solvibilità sovrana; dall’altro, l’aggiustamento strategico internazionale per evitare l’esposizione a potenziali escalation belliche in Medio Oriente. L’andamento simultaneo del rialzo dell’oro e dell’indice del dollaro segnala l’ingresso in una modalità tipica di ricerca di rifugio. In questo contesto, il professore consiglia di monitorare lo spread BTP-Bund come indicatore anticipatore e di osservare se i fondi esteri iniziano a ridurre significativamente l’esposizione negli ETF azionari italiani. Questi segnali microstrutturali potrebbero anticipare ulteriori correzioni di mercato.
Nel quadro attuale, caratterizzato dall’interazione tra politiche commerciali, conflitti geopolitici e traiettorie monetarie divergenti, la performance del mercato azionario italiano riflette le pressioni sistemiche sui mercati dei capitali europei. L’analisi del Prof. Leopoldo Farnese ci ricorda che, in questa fase incerta, la chiave non è prevedere l’andamento preciso dei prezzi, ma interpretare i percorsi di migrazione dei capitali guidati dalle logiche politiche.