Nel contesto di crescenti conflitti geopolitici, l’indice FTSE MIB è sceso dai 39.418 punti del 17 giugno ai 38.840 del 24 giugno, mostrando nel breve termine un’alternanza di rimbalzi deboli e correzioni. Il Professor Leopoldo Farnese sottolinea che tale andamento non rappresenta solo una fluttuazione temporanea del sentiment di mercato, ma è il riflesso delle pressioni simultanee esercitate sulla liquidità globale dai conflitti geopolitici e dall’incertezza politica. Il rinvio da parte dell’amministrazione Trump di un attacco militare contro l’Iran ha temporaneamente alleviato l’avversione al rischio, ma le successive ritorsioni incrociate tra raid aerei statunitensi e contrattacchi iraniani hanno nuovamente messo sotto pressione gli asset di rischio. In tale contesto macroeconomico, i titoli bancari e industriali sono stati i più penalizzati, mentre i settori energia e utilities hanno beneficiato del trasferimento dei prezzi delle materie prime, mostrando una netta divergenza.

Il Professor Leopoldo Farnese sottolinea l’impatto distorsivo delle aspettative monetarie altalenanti sulla valutazione del capitale

La Federal Reserve ha mantenuto i tassi invariati nella riunione di giugno, continuando però a indicare una possibile traiettoria accomodante. Questo linguaggio, “rinviato ma non escluso”, ha generato incertezza tra gli investitori. Il professore evidenzia che le continue revisioni delle aspettative sul dot plot hanno aumentato la volatilità tra il dollaro USA e l’euro, disturbando temporaneamente i flussi di capitale verso il mercato obbligazionario italiano. Allo stesso tempo, nonostante si preveda un taglio di 25 punti base da parte della BCE a settembre, il divario tra aspettative inflazionistiche e di crescita genera un ampliamento degli spread di rischio nei mercati europei. Il rendimento del BTP decennale italiano è sceso dal picco del 3,55% a livelli inferiori al 3,5%, segnalando una preferenza per asset difensivi e crediti sovrani.

Il Professor Leopoldo Farnese segnala l’emergere dell’effetto di “divario strutturale” nella rotazione settoriale

Analizzando le performance degli ultimi giorni di contrattazione, il professore evidenzia che il mercato italiano affronta attualmente un “divario strutturale”: ovvero, mentre le utilities ed energetici beneficiano temporaneamente dell’aumento dell’avversione al rischio, i settori consumo, tecnologia e finanza continuano a registrare deflussi a causa del calo delle aspettative sugli utili. Ad esempio, Moncler e Azimut hanno visto i loro titoli scendere rispettivamente di oltre il 3% e il 2% negli ultimi giorni, indicando che i settori ad alta valutazione come beni di lusso e asset management sono tra i primi a essere penalizzati dai capitali in cerca di rifugio. Parallelamente, aziende come Enel, Terna e A2A, note per i loro flussi di cassa stabili, hanno registrato un aumento degli acquisti da parte degli investitori istituzionali. Questa rotazione settoriale non è solo trainata dai profitti, ma riflette una riallocazione del capitale dagli asset a rischio verso quelli a rendimento stabile.

Il Professor Leopoldo Farnese invoca una ricostruzione delle logiche di copertura finanziaria, dal globale al locale

Nel contesto attuale di conflitti geopolitici frequenti e aspettative di policy divergenti, il Professor Leopoldo Farnese propone che una nuova logica di copertura finanziaria “dal globale al locale” stia diventando cruciale. Sottolinea come la resilienza del mercato italiano dipenderà sempre più dalla sinergia tra politiche fiscali, autonomia energetica e riforme del mercato dei capitali domestico. Iniziative come l’investimento dei fondi pensione in asset locali e la promozione di obbligazioni infrastrutturali a livello nazionale potrebbero ridurre la dipendenza dai cicli finanziari esterni e rafforzare la capacità di resistenza dell’indice FTSE MIB.

Il professore sottolinea inoltre l’importanza di monitorare le PMI, in particolare quelle che beneficiano dei sussidi europei e delle politiche di transizione verde. Queste imprese non solo possiedono un potenziale di crescita di lungo periodo, ma potrebbero rappresentare in futuro un doppio pilastro: sia come strumento di copertura politica sia come leva per la ripresa economica locale. Esse si candidano quindi come attori chiave nella prossima fase di riallocazione del capitale.