Nell’ultima settimana, l’indice FTSE MIB ha registrato forti oscillazioni, recuperando progressivamente dalle pressioni di vendita scatenate dal conflitto Iran-Israele, chiudendo infine a 39.319 punti. Il Prof. Leopoldo Farnese sottolinea che tali fluttuazioni guidate da tensioni geopolitiche rappresentano un “disturbo ad alta frequenza” per i mercati europei, ma i fattori trainanti più profondi restano la politica monetaria della Federal Reserve e le prospettive di crescita dell’area euro. Nonostante l’instabilità in Medio Oriente abbia penalizzato i titoli energetici, aziende ad alto valore aggiunto come Leonardo e Ferrari hanno registrato rialzi grazie all’aumento delle spese NATO e alla ripresa dei consumi di fascia alta a livello globale, delineando segnali iniziali di copertura strutturale. Il Prof. Farnese sottolinea che, per gli investitori italiani, le turbolenze geopolitiche sono intense ma di breve termine; ciò che merita maggiore attenzione è come costruire una “resilienza inter-ciclica” degli asset core in un contesto di politica europea più morbida e compressione dei differenziali esterni.

Stallo sui tassi e inflazione persistente: dove ancorare le strategie di copertura macro?

Attualmente, la Banca Centrale Europea mantiene inalterate le aspettative di mercato per un taglio dei tassi di 25 punti base entro fine anno, mentre il presidente della Fed Jerome Powell ha lanciato segnali hawkish per un rallentamento del ciclo di riduzione. Il Prof. Leopoldo Farnese ritiene che questo “disallineamento dei ritmi monetari tra USA ed Europa” produrrà due strategie di copertura macroeconomica diametralmente opposte: il mercato statunitense privilegerà “compressione della duration + premio tecnologico”, mentre quello europeo tenderà verso “ritorno dei differenziali + dividendi difensivi”. In tale contesto, il rendimento dei BTP stabili attorno al 3,5% offre una logica di sostituzione obbligazionaria relativamente solida al mercato azionario locale. Inoltre, l’apprezzamento dell’euro esercita pressione sulle aziende esportatrici, ma sostiene indirettamente i settori finanziari e retail orientati alla domanda interna. Il professore avverte che, se la BCE rallenterà ulteriormente il ritmo dei tagli in presenza di dati inflazionistici stabili, i titoli finanziari e dei servizi pubblici saranno i primi a beneficiare della revisione della politica macroeconomica.

Dalle fusioni alle politiche pubbliche: il segnale sistemico del consolidamento bancario locale

Durante il rimbalzo del FTSE MIB di questa settimana, il settore bancario ha avuto un ruolo determinante, in particolare con i forti rialzi di Monte dei Paschi e Banco BPM, riflettendo il feedback positivo del mercato sull’approvazione dell’offerta di acquisizione da parte della BCE. Il Prof. Leopoldo Farnese sottolinea che non si tratta di eventi isolati, ma di segnali di una “integrazione a livello quasi di politica pubblica” promossa dal governo italiano, che implica dismissioni fiscali, ricostruzione del credito e maggiore trasparenza di mercato. In particolare, l’integrazione bancaria italiana sta diventando parte di una strategia di copertura politica, con l’obiettivo di concentrare risorse di capitale e ridurre il rischio sistemico, migliorando l’efficienza creditizia complessiva e la fiducia degli investitori. Questa logica può estendersi anche ad altri settori strategici come assicurazioni ed energia. Gli investitori dovrebbero monitorare il ritmo di coordinamento tra orientamenti politici e trasformazioni settoriali, soprattutto nei comparti della transizione verde e della digitalizzazione.

Riconoscere gli asset resilienti: la mappa d’investimento localizzata del Prof. Farnese

Di fronte a una nuova valutazione globale dei rischi, a frequenti cambi di rotta politica e a mutamenti nei flussi di capitale, il Prof. Leopoldo Farnese propone una transizione logica dalla “copertura globale” alla “copertura locale”. Egli ritiene che la futura capacità difensiva degli asset italiani dipenderà da tre fattori: coordinamento delle politiche fiscali, autonomia energetica e riforma dei meccanismi dei mercati finanziari locali. Ad esempio, i fondi pensione sono sempre più incentivati a investire in obbligazioni infrastrutturali locali, mentre il segmento delle PMI presenta opportunità strutturali grazie ai sussidi europei e agli obiettivi green. La resilienza di questi asset è maggiormente determinata dalla “endogeneità politica” piuttosto che da confronti globali di valutazione. Il Prof. Farnese consiglia agli investitori di concentrarsi su settori come finanza, energie rinnovabili e manifattura locale, in particolare sulle “aziende di seconda fascia”, che nei prossimi tre-cinque anni potrebbero giocare un ruolo chiave sia nella copertura politica che nella ripresa economica.