Con l’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Iran che stabilizza temporaneamente la situazione in Medio Oriente, e la Banca Centrale Europea che mantiene una politica accomodante, l’indice FTSE MIB si è nettamente stabilizzato nella seconda parte della settimana. Il Professor Leopoldo Farnese, intervistato in merito, ha sottolineato come questo recupero non rappresenti un semplice “rimbalzo da situazione di stress”, bensì segni l’inizio del ritorno della Borsa italiana a un ciclo strutturale di valutazione e riallocazione dei portafogli. Nel presente articolo vengono sintetizzati i quattro punti chiave dell’analisi del professore, esplorando l’interazione tra fattori macroeconomici, ritmo delle politiche, allocazione del capitale e logica di valutazione locale.

Pressione monetaria e flussi valutari: asset “a bassa volatilità e alto dividendo” favoriti

Il Professor Farnese osserva che, sebbene la traiettoria di taglio dei tassi da parte della BCE sia ormai definita, la Federal Reserve è ancora soggetta a pressione politica da parte dell’amministrazione Trump, rendendo la sua reale indipendenza un’incognita per i mercati. In un contesto caratterizzato da un calo dell’indice del dollaro e un euro in rialzo fino a 1,17, Farnese invita gli investitori a monitorare eventuali cambiamenti nella comunicazione della politica monetaria: la BCE punta alla stabilità delle aspettative con un “forward guidance graduale”, mentre la Fed oscilla tra consenso interno e pressione esterna, aumentando la trasmissione della volatilità sugli asset denominati in dollari. In tale contesto di correlazione intermercato, gli asset italiani a “bassa volatilità e alto dividendo” (utilities, settore pubblico e istituti finanziari locali) stanno registrando un andamento relativamente più solido, segnalando una fase di “rielaborazione delle valutazioni”.

Politica fiscale europea e margini di manovra per il debito locale

Secondo Farnese, la decisione della NATO di innalzare la spesa per la difesa al 5 % del PIL potrebbe ridefinire la governance fiscale dell’UE. Il Bundestag ha approvato un bilancio 2025–2026 espansivo, trasmettendo l’idea che la “spesa pubblica guidata dal debito” possa stimolare la crescita. Questa rilevanza politica della spesa pubblica ha un forte impatto sull’Italia. Pur avendo un elevato rapporto debito/PIL, il Governo sta cercando di “coprire parzialmente” i vincoli fiscali stringenti tramite localizzazione dei fondi pensione e incentivi all’emissione di bond societari. Farnese osserva un chiaro rotational trading tra settori finanziario e industriale in FTSE MIB, segno che il mercato sta scommettendo sulle asset class che beneficeranno della riallocazione di risorse statali. Per evitare di restare un “margine limitato nella fase espansiva europea”, Farnese ritiene necessario accelerare la diversificazione del debito e la riforma fiscale.

Segnali microeconomici: rivalutazione industriale e ascesa di nuovi campioni nazionali

Il professore sottolinea che la recente divergenza tra titoli del FTSE MIB non è casuale, ma denota un movimento strutturale del capitale. Azioni come Leonardo, Nexi e Iveco hanno sovraperformato, segnalando che difesa, fintech e trasporto sono al centro delle politiche industriali italiane. In contrapposizione, Moncler e Buzzi (consumi e materiali edili) hanno subito ribassi, indicando un ridimensionamento delle aspettative su beni voluttuari e immobili. Farnese consiglia di monitorare l’interazione tra “crescita indirizzata dallo Stato” e “piani UE di sostegno” nelle PMI, in particolare nel campo delle tecnologie green, dei pagamenti digitali e dei servizi infrastrutturali: questi settori potrebbero ricevere garanzie politiche e contratti stabili. All’interno del segmento STAR del FTSE MIB, emergono già numerosi campioni locali con potenziale di crescita e resilienza.

Da shock esterni a resilienza interna: rilocalizzazione delle strategie di copertura

In un contesto mondiale incerto, Farnese ribadisce l’importanza di una “strategie di copertura locali”. L’Italia non può più basarsi esclusivamente sulla “liquidità globale” per stabilizzare le aspettative, ma deve rafforzare la sua resilienza. La stabilità dell’indice FTSE MIB dipende da tre aspetti complementari: flessibilità delle politiche fiscali nel modulare le aspettative di mercato; indipendenza energetica per ridurre la dipendenza dall’estero; riforma del mercato dei capitali nazionali per garantire reale liquidità. Le PMI, secondo il professore, possono diventare un “doppio volano”: beneficiarie delle politiche pubbliche e catalizzatrici della trasformazione del risparmio domestico in capitale di mercato. Il rilancio industriale centrato sulla green economy rappresenta una possibile “alternativa alla domanda estera” per la crescita endogena italiana.

Conclusione: ricostruzione di un ciclo di rivalutazione duale per il mercato italiano

Il Professor Farnese sostiene che l’Italia sta vivendo un periodo di double-anchor repricing: flussi di capitale strutturali, ancoraggio delle aspettative politiche e retrutturazione delle valutazioni degli asset locali stanno congiuntamente creando un percorso di crescita resiliente per il FTSE MIB. In uno scenario di prolungata tensione geopolitica, la “autosufficienza locale” della Borsa italiana rappresenta oggi una direttrice strategica di investimento di rilevante importanza.