CRIMINI CONTRO L’AMBIENTE: IL CRIMINE MINERARIO E L’ESTRAZIONE ILLEGALE DELL’ORO
In un periodo in cui si parla molto di “terre rare” e “minerali critici” appare di interesse il documento redatto nel maggio 2025 dal Research and Trend Analysis Branch dell’United Nations Office on Drugs and Crime (UNODC), ovvero l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine dal titolo Global Analysis on Crimes that Affect the Environment – Part 2b: Minerals Crime: Illegal Gold Mining.
Questo rapporto fa parte di una serie di analisi globali sui crimini che colpiscono l’ambiente. In particolare, la Parte 2b si concentra sul crimine minerario, con un focus sull’estrazione illegale dell’oro. Il documento è stato redatto in risposta alla crescente preoccupazione per:
- l’aumento della domanda di minerali critici per la transizione energetica,
- l’infiltrazione di gruppi criminali organizzati nelle catene di approvvigionamento minerario,
- i gravi impatti ambientali e sociali dell’estrazione illegale,
- e le lacune normative e di enforcement a livello globale.
Il documento si basa su:
- una revisione di oltre 160 fonti aperte,
- analisi di dati commerciali (UN Comtrade),
- casi giudiziari,
- e contributi di esperti internazionali.
Il rapporto analizza i crimini legati al settore minerario, con particolare attenzione all’estrazione illegale dell’oro. Questi crimini includono attività illecite lungo tutta la catena di approvvigionamento dei minerali: dall’esplorazione all’estrazione, raffinazione, commercio e produzione finale. L’obiettivo è comprendere le dinamiche criminali, i danni ambientali e sociali, e proporre risposte politiche efficaci.
In particolare:
Domanda crescente e vulnerabilità: la transizione energetica globale aumenta la domanda di minerali critici (rame, litio, cobalto, ecc.). Questa pressione crea opportunità per attività criminali, corruzione e instabilità nelle catene di approvvigionamento.
L’oro come caso emblematico: l’oro è particolarmente vulnerabile a traffici illeciti per via del suo alto valore, facilità di trasporto e difficoltà di tracciabilità dopo la raffinazione. Le raffinerie internazionali sono punti critici per l’intervento normativo.
Attori coinvolti: gruppi criminali organizzati (OCGs), aziende legittime coinvolte in pratiche illecite, commercianti, raffinerie e minatori artigianali. Le OCGs usano l’oro per finanziare altre attività criminali e mantenere il controllo territoriale.
Impatto ambientale e sociale: uso di mercurio e sostanze tossiche, deforestazione, inquinamento di acqua e suolo.
Violazioni dei diritti umani: lavoro forzato, sfruttamento sessuale, lavoro minorile, violenza e sfollamenti.
Corruzione e riciclaggio: frodi documentali, concessioni ottenute illegalmente, uso di società di comodo per riciclare proventi illeciti. Le lacune normative e la scarsa trasparenza facilitano l’infiltrazione criminale.
Dall’analisi emergono alcune Raccomandazioni Politiche:
Transizione energetica giusta: risposte mirate per ogni tipo di minerale e contesto geografico.
Due diligence e trasparenza: rafforzare i controlli nelle raffinerie e nei centri di commercio. Sistemi di tracciabilità, audit indipendenti e divulgazione pubblica dei dati.
Risposte adattate al contesto locale
Distinguere tra attività illegali e informali: incentivare la formalizzazione dei minatori artigianali.
Responsabilità aziendale: le aziende devono garantire il rispetto dei diritti umani e ambientali lungo tutta la catena.
Rafforzare l’applicazione della legge: maggiore cooperazione internazionale, uso di tecnologie (droni, AI, blockchain), formazione e risorse per le forze dell’ordine.
Migliorare la raccolta dati: standardizzazione dei dati, criminalizzazione uniforme dei reati minerari, cooperazione tra Stati.
Il crimine minerario, in particolare l’estrazione illegale dell’oro, rappresenta una minaccia globale che richiede risposte coordinate e multisettoriali. È essenziale garantire catene di approvvigionamento trasparenti e responsabili per sostenere una transizione energetica equa e sostenibile.
Il documento (in inglese) è reperibile qui: unodc.org/documents/data-and-a…
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