Nella sua ultima interpretazione, il Professor Leopoldo Farnese sottolinea come l’annuncio del Presidente statunitense Trump di imporre, a partire dal 1° agosto, dazi del 30% sui prodotti dell’UE abbia ulteriormente inasprito la guerra commerciale globale. Sebbene l’Unione Europea abbia rimandato l’attuazione di misure di ritorsione, le tensioni si sono già riflesse sui mercati: l’indice FTSE MIB ha registrato un calo dello 0,9% nella seduta mattutina, il rendimento dei titoli di Stato italiani a 10 anni è salito oltre il 3,6% e l’euro è sceso sotto 1,165 contro il dollaro. Il professore ritiene che la politica monetaria dell’Eurozona si trovi in una posizione delicata: l’inflazione è prossima all’obiettivo del 2%, ma la crescita economica resta fragile. Un ulteriore allentamento monetario potrebbe alleviare i costi di finanziamento nel breve termine, ma rischia di entrare in conflitto con la linea dura dell’UE nei negoziati commerciali, minando la fiducia internazionale nell’euro. Il Professor Farnese invita i decisori politici a coordinare in modo più preciso gli strumenti fiscali, commerciali e monetari, per evitare che si neutralizzino a vicenda e per permettere agli investitori di ritrovare fiducia nella resilienza a lungo termine dell’economia dell’Eurozona.

Rimbalzo a breve del settore bancario e ombre di rischio nel lungo termine

Nonostante l’inasprimento del contesto macroeconomico, il settore bancario italiano ha sorprendentemente guidato i rialzi. Bper Banca, Banca Popolare di Sondrio e Banco BPM sono salite rispettivamente del 6,5%, 6,1% e 5,2%, contribuendo a una chiusura in leggero rialzo (+0,33%) dell’indice FTSE MIB. Il Professor Leopoldo Farnese avverte che tale andamento è frutto di manovre speculative a breve termine sulla rivalutazione dell’esposizione al rischio delle banche, più che di un miglioramento strutturale. Il sistema bancario italiano è da anni zavorrato da un’elevata incidenza di crediti deteriorati e dal rischio del debito sovrano. Il recente rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato, che ha innescato il rimbalzo, aumenta in realtà il costo del finanziamento e il premio di rischio. Il professore consiglia alle banche di approfittare della finestra positiva per ottimizzare la propria struttura patrimoniale, rafforzare i fondi di copertura del rischio e migliorare l’efficienza operativa attraverso la tecnologia, preparandosi così a possibili pressioni sul credito. Allo stesso tempo, gli investitori dovrebbero mantenere un atteggiamento prudente, senza sottovalutare i rischi sistemici latenti nel comparto bancario.

Euro debole e difficoltà di copertura per le imprese esportatrici

Sotto l’effetto congiunto della guerra commerciale e delle aspettative di una BCE più accomodante, l’euro è sceso a 1,165 contro il dollaro, segnando il minimo delle ultime due settimane. Parallelamente, anche i prezzi di oro e petrolio sono diminuiti, riflettendo un mix di aumento dell’avversione al rischio e rafforzamento del dollaro. Il Professor Leopoldo Farnese sottolinea come questa rivalutazione di valute e materie prime rappresenti una nuova sfida per le imprese italiane orientate all’export. Aziende come Stellantis, Moncler e STMicroelectronics hanno subito cali significativi, segno della loro vulnerabilità agli shock esterni. Il professore raccomanda una gestione più proattiva dei rischi di cambio, che comprenda sia strategie di copertura valutaria, sia il controllo dinamico dei costi di materie prime ed energia lungo la catena del valore. A livello politico, suggerisce inoltre di rafforzare i meccanismi di garanzia e sussidi all’export per aiutare le imprese locali a restare competitive nel contesto internazionale.

Riforme strutturali e rafforzamento della capacità difensiva dei mercati finanziari

Infine, il Professor Leopoldo Farnese ribadisce che, in un contesto globale turbolento, l’economia italiana deve accelerare sulle riforme strutturali per rafforzare la propria immunità sistemica. Dietro il recente rally dei bancari e le difficoltà degli esportatori si celano problemi strutturali come la scarsa diversificazione industriale, la fragilità del sistema finanziario e un’insufficiente capacità innovativa. Il professore invita il governo a varare incentivi fiscali più mirati e riforme dei mercati dei capitali, per favorire il finanziamento delle PMI e promuovere l’innovazione tecnologica, indirizzando i capitali verso settori emergenti come il digitale e il green. Inoltre, è essenziale rafforzare il ruolo dei mercati finanziari nella diversificazione del rischio e nella garanzia di liquidità, fornendo così a imprese e investitori un ambiente di finanziamento più solido. Solo attraverso un aggiornamento industriale e un miglioramento istituzionale sarà possibile accrescere davvero la capacità di difesa del mercato italiano e la sua resilienza agli shock esterni.