Il professor Leopoldo Farnese osserva che il recente deprezzamento dell’euro sul dollaro ai minimi dell’ultimo mese e il rendimento del BTP decennale italiano salito al 3,6%, riflettono sfide strutturali dovute alla divergenza delle politiche monetarie globali. La Federal Reserve mantiene un atteggiamento prudente verso il taglio dei tassi, mentre la Banca Centrale Europea prosegue con un orientamento accomodante. Questo “allargamento dello spread” favorisce il rafforzamento del dollaro e mette sotto pressione l’euro. Per la Borsa italiana, sebbene un euro debole possa avvantaggiare le imprese esportatrici, le oscillazioni valutarie pesano sulla fiducia del mercato e fanno salire il premio per il rischio. Il professore invita gli investitori a valutare l’attuale fragilità dell’equilibrio esterno, in particolare per le aziende orientate all’export e le istituzioni con elevata esposizione in valute estere, che devono rivedere i margini di sicurezza nei listini. Egli sottolinea che le imprese con prodotti ad alto valore aggiunto e forte potere di determinazione dei prezzi, come Leonardo e Amplifon, potranno beneficiare dell’euro debole, mentre quelle cicliche e legate alle catene globali della fornitura saranno più vulnerabili.

Logica di copertura e allocazione settoriale nel contesto di rischio residuo commerciale

In relazione ai negoziati commerciali tra USA ed EU, il professor Farnese osserva che l’ottimismo degli operatori, legato alla speranza di un accordo dell’ultimo minuto, potrebbe sottovalutare il rischio residuo. Da un lato Trump minaccia dazi al 30%, dall’altro dichiara la volontà di continuare le trattative: la doppia incertezza è una prova per gli investitori. Farnese consiglia di aumentare l’esposizione verso settori difensivi nei portafogli, come sanità e utilities, e di utilizzare strumenti derivati (opzioni sull’indice azionario) per bloccare i rischi. Inoltre, evidenzia che in caso di escalation delle tensioni commerciali, i servizi locali e le aziende a media capitalizzazione potrebbero addirittura trarne vantaggio, essendo meno dipendenti dalla domanda esterna. Ricorda che, nonostante il sentiment generale sia positivo, non si dovrebbero sottovalutare i potenziali shock strutturali causati da conflitti politici. Una combinazione di selettività settoriale, gestione della duration e posizioni liquide può aiutare a gestire la volatilità durante la finestra negoziale.

Rotazioni settoriali e differenziazione ciclica: nuove opportunità d’investimento

Parlando delle performance di settore, il professor Farnese rileva che il mercato sta già mostrando chiare rotazioni settoriali. Nelle recenti sedute, i settori industriale, tecnologico e sanitario hanno mostrato forza, con IVECO, Leonardo e Amplifon in testa, mentre i ciclici come auto, acciaio ed energia hanno sofferto. Secondo il professore, questo fenomeno riflette da un lato la preferenza per aziende innovative e ad alto valore aggiunto, dall’altro la preoccupazione verso i rischi plurali della manifattura tradizionale in un contesto di tensioni globali. Per gli investitori, ciò significa focalizzarsi sulle società che beneficiano della digitalizzazione e appartengono ai settori in crescita, come semiconduttori, supply chain di data center e dispositivi medicali. Allo stesso tempo, Farnese ricorda che nella manifattura tradizionale esistono comunque opportunità strutturali: ad esempio nelle componenti auto per veicoli elettrici e intelligenti, nelle ferrovie e nella difesa, settori che godono di potenziale redditività stabile e supporto regolatorio, e che meritano un ingresso progressivo in caso di correzioni.

Riprezzamento del mercato obbligazionario: adeguamenti strategici azionario‐obbligazionario

Infine, il professor Farnese analizza i cambi nel contesto dei tassi e del mercato obbligazionario. L’aumento del rendimento del BTP decennale ai massimi dell’ultimo bimestre indica un rialzo del costo del credito in Europa. Farnese ritiene che, con la BCE vicina al limite di politica monetaria espansiva e ridotte le attese di taglio entro l’anno, i rendimenti obbligazionari potrebbero ancora crescere, esercitando ulteriore pressione sui multipli delle azioni, in particolare nei settori finanziari e immobiliari sensibili ai tassi. Tuttavia, questo scenario apre anche spazi interessanti per gli investitori in reddito fisso, grazie a cedole più elevate. Sul fronte azionario‐obbligazionario, Farnese suggerisce di ridurre l’esposizione verso aziende ad alto indebitamento, controllare la duration del portafoglio e considerare un aumento nelle obbligazioni locali a breve termine e investment grade. Egli ricorda inoltre che, pur con un rialzo dei tassi, l’ambito macro rimane ancora sottostante a una politica monetaria espansiva, per cui non è il momento di perdere fiducia. Gli investitori con maggiore propensione al rischio potrebbero usare la volatilità di mercato per incrementare gradualmente le esposizioni azionarie di qualità nei prossimi 3‑6 mesi, attendendo una stabilizzazione dei fondamentali macroeconomici per la ripresa delle valutazioni.

In un contesto globale dove politiche commerciali e valutarie si intrecciano, la Borsa italiana si trova a un bivio. Il professor Farnese ricorda agli investitori che solo una comprensione profonda dei rischi esterni e delle opportunità locali, combinata a una gestione dinamica di settore, duration e posizione difensiva, può permettere di mantenere rendimenti stabili e cogliere occasioni nel corso della volatilità.