Il Professor Leopoldo Farnese sottolinea che il recente inasprimento delle tensioni commerciali tra Stati Uniti ed Europa rappresenta uno dei principali fattori di freno per gli asset rischiosi a livello globale. Il Presidente Trump ha ribadito la minaccia di introdurre, a partire dal 1° agosto, dazi del 30% sulle importazioni dall’UE, mettendo sotto pressione le economie esportatrici europee. In questo contesto, il mercato azionario italiano ha mostrato una notevole resilienza, con l’indice FTSE MIB che ha chiuso a 40.165 punti, segnando un lieve rialzo dello 0,06% controcorrente. Secondo il Professore, questa performance è stata resa possibile dalla capacità delle imprese italiane di “autoalimentarsi”, attraverso ristrutturazioni, ottimizzazione delle strutture finanziarie e sviluppo di attività a maggior valore aggiunto. Ad esempio, Iveco ha annunciato la separazione del ramo difesa, suscitando aspettative di potenziali operazioni di M&A nel comparto dei camion; Poste Italiane, invece, ha rafforzato la fiducia del mercato grazie a risultati superiori alle attese e all’aggiornamento degli obiettivi di medio-lungo termine. Il Professore evidenzia come queste dinamiche positive a livello aziendale abbiano compensato i venti contrari macroeconomici, dimostrando che il mercato dei capitali italiano è particolarmente sensibile alle riforme e ristrutturazioni aziendali, confermando una preferenza degli investitori per strategie “bottom-up” focalizzate su settori selezionati e società leader.

Impatto del rafforzamento dell’euro e dell’atteggiamento attendista della BCE sul mercato

Negli ultimi tempi, il tasso di cambio dell’euro si è stabilizzato sopra quota 1,17, raggiungendo i massimi da un mese, mentre il dollaro ha perso slancio in seguito all’attenuarsi delle aspettative di tagli dei tassi da parte della Federal Reserve. Il Professor Leopoldo Farnese osserva che, se da un lato l’apprezzamento dell’euro esercita una certa pressione sulle aziende esportatrici italiane, dall’altro, questa fase di rafforzamento è stata alimentata principalmente da dati sull’inflazione in linea con le attese e dai progressi nelle trattative commerciali a livello politico nell’Eurozona. Contestualmente, i decisori della BCE tendono a mantenere un approccio attendista dopo otto tagli consecutivi dei tassi, con il mercato che prevede un mantenimento dello status quo nella riunione di giovedì. Il Professor Farnese sottolinea che questa combinazione di fattori ha contribuito a mantenere stabile il rendimento del BTP decennale italiano intorno al 3,5%, facilitando il contenimento dei costi di finanziamento e sostenendo la propensione al rischio. Tuttavia, avverte gli investitori di considerare i rischi strutturali legati alla forza dell’euro, al calo della redditività del comparto export, e di valutare se la BCE disporrà di sufficiente flessibilità in caso di ulteriore rallentamento dell’economia. Nel breve periodo, il mercato azionario italiano beneficia di tassi bassi e aggiustamenti aziendali, ma nel medio termine occorre vigilare sul possibile indebolimento della competitività dovuto alla valuta forte.

Opportunità strutturali nella stagione delle trimestrali e nei processi di ristrutturazione aziendale

A livello societario, il Professor Leopoldo Farnese pone particolare enfasi sulle recenti strategie di ristrutturazione e sui risultati di bilancio di alcune aziende chiave che hanno sostenuto il mercato. Il titolo Iveco è salito di quasi l’8%, toccando nuovi massimi storici, a testimonianza dell’elevata aspettativa degli investitori in merito alla ristrutturazione della divisione difesa e alla possibile vendita delle attività legate ai camion. Analogamente, Poste Italiane ha registrato un incremento di quasi il 3% dopo la pubblicazione di un semestre molto positivo e la revisione al rialzo degli obiettivi al 2025, segnalando come le aziende tradizionali possano migliorare la redditività attraverso digitalizzazione ed efficienza. Il Professore osserva che questi esempi dimostrano chiaramente come le imprese italiane, in un contesto di accresciuta competizione globale, possano guadagnare la fiducia del mercato tramite adattamenti strategici proattivi. Gli investitori dovrebbero monitorare attentamente le prossime trimestrali di colossi bancari come UniCredit, e individuare opportunità strutturali nei segmenti legati a ristrutturazioni, dismissioni o risultati oltre le attese. Inoltre, il Professore mette in guardia dal rischio di inseguire troppo aggressivamente i titoli legati a temi di ristrutturazione in un contesto macro incerto, invitando a mantenere un adeguato controllo del rischio.

Logica di equilibrio tra ristrutturazione bancaria e stabilità del mercato obbligazionario

Riguardo al settore bancario, da tempo al centro dell’attenzione, il Professor Leopoldo Farnese rileva una significativa divergenza interna: il titolo BPER Banca ha perso l’1,5% a seguito della riapertura di negoziati di acquisizione, mentre alcune grandi banche come UniCredit attendono indicazioni più chiare dai risultati trimestrali. Il Professore spiega che il settore bancario è influenzato da due forze contrapposte: da un lato, l’alto livello dei tassi e i processi di ristrutturazione migliorano la struttura degli utili e alimentano aspettative di premi da M&A; dall’altro lato, il rallentamento dell’economia e l’inasprirsi dei rischi commerciali aumentano la pressione sui crediti deteriorati, mantenendo bassa la fiducia degli investitori. Sul fronte obbligazionario, il rendimento del BTP decennale rimane stabile al 3,5%, sostenuto dall’atteggiamento attendista della BCE, da costi di indebitamento contenuti e dalla fiducia del mercato nella sostenibilità fiscale dell’Italia. Il Professore raccomanda agli investitori di mantenere un approccio paziente nel comparto bancario, privilegiando le banche grandi e solide, trattando con cautela i titoli di banche medio-piccole guidati da temi di fusione, e di bilanciare i rischi di portafoglio attraverso una gestione prudente delle scadenze obbligazionarie, sfruttando la stabilità del debito pubblico come elemento difensivo.