Il recente accordo tra Stati Uniti e Giappone sui dazi automobilistici, insieme alla possibile accettazione da parte dell’UE dell’aliquota del 15% proposta dagli USA, segnano una fase di riconfigurazione dell’assetto commerciale globale. Secondo il professor Leopoldo Farnese, non si tratta semplicemente di una tregua geopolitica, ma di un momento chiave in cui il mercato dei capitali rivaluta gli asset italiani orientati all’export. In particolare, per i settori dell’automotive e della meccanica, profondamente integrati nelle catene di fornitura euroasiatiche, un allentamento delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea potrebbe ridurre le barriere all’export e sbloccare il potenziale di utile nel medio termine. Il recente rialzo dei titoli leader come Stellantis e Iveco riflette questo cambiamento di aspettativa da parte del mercato. Tuttavia, il professore avverte che è necessario interrogarsi sulla reale capacità di questi “dividendi da accordo” di tradursi in una crescita effettiva degli ordini: l’impatto duraturo sulle valutazioni dipenderà dal miglioramento dei fondamentali aziendali, come l’espansione degli investimenti e la generazione di flussi di cassa positivi.

Apprezzamento dell’euro e discesa dell’inflazione: la logica di pricing degli asset in fase di attesa sui tassi

Secondo il professor Leopoldo Farnese, l’attuale rafforzamento dell’euro combinato con un’inflazione debole nell’Eurozona rappresenta il dilemma più delicato per la BCE. Sebbene il mercato si attenda una pausa nei tagli dei tassi nella riunione di questa settimana, i futures sui tassi d’interesse incorporano già la possibilità di un ulteriore taglio di 25 punti base entro la fine dell’anno. Questo posizionamento di politica monetaria “neutrale ma con tendenza accomodante” ha un impatto strutturale sulla componente finanziaria del mercato italiano. Il professore evidenzia che il rendimento dei BTP decennali italiani oscilla intorno al livello critico del 3,5%, segnale che i capitali difensivi e quelli speculativi sono alla ricerca di nuovi ancoraggi allocativi. Le azioni bancarie si trovano così in una posizione ambivalente: da un lato beneficiano della protezione offerta dal margine d’interesse; dall’altro, se i tassi scenderanno o i rendimenti obbligazionari si ridurranno, i modelli di ritorno su attivo e passivo potrebbero deteriorarsi. In questo contesto, il professore consiglia agli investitori di valutare prioritariamente la qualità delle attività non legate ai margini d’interesse e le politiche di remunerazione degli azionisti, piuttosto che inseguire in modo indiscriminato gli stimoli di policy.

Un nuovo ciclo guidato dalla narrativa M&A: il mercato italiano entra in una fase di rivalutazione strutturale?

L’ascesa recente dei principali titoli del listino italiano è stata alimentata dalle aspettative di fusioni, acquisizioni o ristrutturazioni patrimoniali. Stellantis ha beneficiato del rafforzamento dei legami con i mercati asiatici, mentre Iveco ha raggiunto un nuovo massimo storico sulla scia delle voci di un possibile acquisto da parte di Tata Motors. A tal proposito, il professor Leopoldo Farnese propone una lettura stimolante: la Borsa Italiana starebbe attraversando un “ciclo di rivalutazione delle strutture di governance”. A differenza dei tradizionali driver di valutazione o di crescita degli utili, ciò che muove il mercato è una reazione esterna ai cambiamenti nella composizione azionaria e nella logica di integrazione industriale. Il professore sostiene che gli investitori dovrebbero guardare oltre i dati di bilancio e chiedersi se un’azienda sia entrata in una fase di decisione strategica: vendita di rami d’azienda, riacquisto di azioni, apertura a capitali esteri, spin-off e IPO parziali. Il mercato è oggi estremamente sensibile alle “aspettative”, ma se tali eventi non si concretizzano in tempi brevi, può verificarsi un rapido ridimensionamento delle valutazioni. Per questo, il professore invita chi opera in ottica strutturale a concentrarsi su due segnali fondamentali: la presenza di un “evento catalizzatore” e la trasparenza della governance aziendale.

Cambiamento di paradigma nel settore bancario: dalla spinta espansiva al meccanismo di ritorno sul capitale

Il professor Leopoldo Farnese sottolinea con particolare enfasi la scelta di UniCredit di abbandonare l’intenzione di acquisire Banco BPM, preferendo rafforzare il proprio programma di buyback. Questa decisione rappresenta un cambiamento paradigmatico nella strategia del settore bancario italiano. Storicamente, le banche italiane hanno puntato su “scala + acquisizioni” per accrescere le proprie quote di mercato. Tuttavia, tale strategia mostra segni di logoramento in un contesto caratterizzato da una regolamentazione più stringente e maggiore incertezza macro. Il professor Farnese osserva che il sistema bancario si sta spostando da un approccio orientato alla crescita a uno focalizzato sulla remunerazione degli azionisti. Con il riacquisto di azioni diventato elemento centrale, il valore di mercato delle banche dipenderà sempre più dalla capacità di generare flussi di cassa liberi, dalla solidità patrimoniale e dalla politica di distribuzione degli utili, piuttosto che da progetti espansivi. Il professore invita quindi gli investitori ad analizzare attentamente la strategia di dividendi e il modello di gestione del capitale di ogni istituto: quelle banche che presenteranno piani di buyback stabili, una governance trasparente e un impegno credibile nella distribuzione degli utili otterranno in futuro premi valutativi superiori.