Segnalato da Zarlock il
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Domenica 19 Febbraio 2017, Il primo pensiero corre ai corvi divoratori di semi, per poi passare ai conigli, i cinghiali, le talpe, i castori. Anche le volpi e le anatre possono creare dei seri problemi in campo agricolo, specie quando tale attività occupa lo spazio che un tempo era appartenuto loro, prima dell'espansione degli spazi urbani e il conseguente spostamento delle fattorie in periferia. E poi, naturalmente, tutti quei terribili insetti che si riproducono velocemente per far scempio di ogni tipo di materia vegetale: afidi, tisanotteri, tetranichidi. Per non parlare, perché è quasi troppo orribile nominarla, della terribile locusta, assurta al rango di piaga biblica fin dall'epoca di alcuni dei più antichi testi scritti dall'umanità. Che una volta calata in formazione sopra i campi coltivati, sosta solamente il tempo necessario a farne scempio, prima di spiccare il volo nuovamente verso nuovi e orribili obiettivi. Però vedete, c'è almeno un lato positivo in tutto questo: nelle loro migrazioni, tali insetti raramente tornano da dove sono provenuti. Il loro terribile potenziale distruttivo, dunque, non ha metodo ed appare immediatamente per ciò che in effetti è: un disastro imprevedibile, che percorre le pianure per sparire e forse, non tornare a palesarsi mai più. Ci sono cose anche peggiori a questo mondo. C'è la puntuale e deleteria intenzione di rovina palesata da creature come l'armyworm (G. Spodoptera) che almeno dal 1957 prospera e tormenta ampie regioni dell'Africa meridionale, incluse l'Etiopia, la Somalia, la Zambia, lo Zimbabwe, la Nigeria ed il Sud Africa, principale produttore di grano e cereali dell'intera regione. Le conseguenze sono generalmente nefaste, ed in particolare il raccolto del 2017 si prospetta come anche peggiore dei precedenti, soprattutto in funzione dell'arrivo improvviso ed inspiegabile...