«Leggi l’ora senza ricordarti che hai 1249 email non lette»
Così esordisce questa pubblicità di Timex che ci invita a riscoprire il valore del tempo scollegato.
È interessante vedere come sempre più aziende sfruttino il linguaggio del digital detox nelle loro campagne pubblicitarie. Ma è veramente tutto oro quello che luccica?
Nei prossimi giorni uscirò con un long form legato proprio a questo tematica.
Voi cosa ne pensate?


@elettrona quello che dici è molto interessante, e prende quella parte della dipendenza digitale che sfocia nel workaholismo di chi lavora in ambito digitale, anche io ne soffro ancora.
Credo che la digital detox non sia fuffa, e che il suo raggiungimento passi non tanto dai mezzi (non usare il telefono, non usare il computer) quanto da fare tutto ciò con consapevolezza (navigo perché cerco qualcosa, chatto perché voglio comunicare con qualcuno - come stiam ofacendo noi ora :)
@internet
@slowsurf @internet Pardon, sono caduta nella stessa identica fallacia di chi ha esperienze fallimentari e chiama “fuffa” i programmi “diversity equity inclusion” quando a essere fuffa in realtà non è il concetto, bensì il lavoro svolto da chi lo mette in pratica male. Va detto però che le principali basi del digitale moderno (social e motori di ricerca commerciali, e giochi, a cui si aggiungono i chatbot) sono confezionate in modo tale da farti perdere. Ti fanno trovare una percentuale bassa di quello che stai cercando, e così tu ci perdi tempo sopra ma non riesci a starci senza.