«Leggi l’ora senza ricordarti che hai 1249 email non lette»

Così esordisce questa pubblicità di Timex che ci invita a riscoprire il valore del tempo scollegato.

È interessante vedere come sempre più aziende sfruttino il linguaggio del digital detox nelle loro campagne pubblicitarie. Ma è veramente tutto oro quello che luccica?

Nei prossimi giorni uscirò con un long form legato proprio a questo tematica.

Voi cosa ne pensate?

@internet

#slowsurf #digitaldetox #digitalminimalism

  • versodiverso :mastodon:@mastodon.uno
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    2 days ago

    @slowsurf @internet perdonami, ma che senso ha usare “long form” ? Stai scrivendo in italiano, usa termini italiani. Testo lungo, testo approfondito proprio non ce la fai? Mi spieghi il perché usare la terminologia inglese? Non è per offendere, ma vorrei capire il processo che c’è dietro nell’escludere l’italiano (stiamo usando l’italiano) in favore dell’inglese.
    @itanglese @italofonia

  • Elena Brescacin@poliversity.it
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    2 days ago

    @slowsurf @internet Sì, così uno si fa l’ansia dall’orario e non dalle notifiche.
    Io ho imparato a lasciare perdere entrambi. E se dalle 9 alle 18 dei giorni infrasettimanali ho le notifiche superflue spente (modalità ufficio), ora dalle 13 alle 14 (pausa pranzo) ho fatto partire la modalità “lettura” che disattiva tutto eccetto i contatti emergenza, così il telefono diventa un meraviglioso lettore di audiolibri.
    Io comunque a tutta questa parziale fuffa del “digital detox” credo pochissimo perché ho vissuto cosa significasse abuso della tecnologia e dipendenza psicologica da chat, quando non c’erano tutte queste piattaforme per comunicare né i dispositivi piccoli.
    Avevo un computer enorme, eppure anche se fisicamente la sera ero fuori con gli amici, la testa era là davanti “chissà quanti mi hanno scritto e quando?”
    La sensazione era come quando hai urgenza di scaricare, diciamolo elegante, e il bagno è senza carta igienica.
    Una sensazione da non augurare a nessuno eppure oggi in parecchi ci convivono e non fanno nulla per levarsela.

    • Slowsurf@mastodon.unoOP
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      2 days ago

      @elettrona quello che dici è molto interessante, e prende quella parte della dipendenza digitale che sfocia nel workaholismo di chi lavora in ambito digitale, anche io ne soffro ancora.

      Credo che la digital detox non sia fuffa, e che il suo raggiungimento passi non tanto dai mezzi (non usare il telefono, non usare il computer) quanto da fare tutto ciò con consapevolezza (navigo perché cerco qualcosa, chatto perché voglio comunicare con qualcuno - come stiam ofacendo noi ora :)

      @internet

      • Elena Brescacin@poliversity.it
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        2 days ago

        @slowsurf @internet Pardon, sono caduta nella stessa identica fallacia di chi ha esperienze fallimentari e chiama “fuffa” i programmi “diversity equity inclusion” quando a essere fuffa in realtà non è il concetto, bensì il lavoro svolto da chi lo mette in pratica male. Va detto però che le principali basi del digitale moderno (social e motori di ricerca commerciali, e giochi, a cui si aggiungono i chatbot) sono confezionate in modo tale da farti perdere. Ti fanno trovare una percentuale bassa di quello che stai cercando, e così tu ci perdi tempo sopra ma non riesci a starci senza.