Segnalato da sofi06 il
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Giovedì 14 Aprile 2022, Senza l'intervento di persone di buon cuore il numero degli ebrei sterminati sarebbe stato di gran lunga maggiore. Fu proprio per questo motivo che nel 1953 venne fondato con un atto del Parlamento israeliano lo Yad Vashem, l'Ente nazionale per la memoria della Shoa con sede a Gerusalemme. Questo ente ha infatti lo scopo (fra gli altri) di nominare, ricordare e celebrare i "Giusti fra le Nazioni". La definizione "Giusto fra le Nazioni" va fatta risalire al "Talmud", testo fondamentale per la religione ebraica e Yad Vashem ha ripreso questo termine per rendere omaggio e commemorare coloro che rischiarono la vita per salvare gli ebrei negli anni delle persecuzione nazifasciste. "Chi salva una vita, salva il mondo intero", così si legge nel Talmud. Nel memoriale di Gerusalemme è stato a loro dedicato un grande giardino, per ogni giusto veniva piantato un albero e ai piedi di questi alberi ogni visitatore lasciava un sasso. I sassi sono il simbolo del perpetuo ricordo, mentre l'albero è simbolo della vita che continua e che è continuata grazie a questi "Giusti fra le Nazioni". Fra quelli che hanno lasciato un segno indelebile nella nostra memoria non possiamo dimenticare Oskar Schindler, forse il più famoso, ma ci anche sono molti italiani (circa 700) come Gino Bartali, Giorgio Perlasca, Carlo Angela (padre del giornalista Piero)e Monsignor Angelo Riotta. Ma esistono anche personaggi meno illustri, e che hanno contributo in ugual maniera a salvare vite umane e che purtroppo non hanno mai avuto la ribalta della cronaca. Ebbene fra questi "Giusti fra le nazioni" abbiamo anche due garfagnini