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Lunedì 20 Novembre 2023, È difficile immaginare un impatto ambientale derivante dalle nostre attività online, vero? Ovviamente non voglio fare polemica, poiché tutti noi usiamo questi strumenti per lavoro, però mi potrei rivolgere a chi ci impone determinate regole e poi fa come vuole, consumando il quadruplo di un intero popolo, no? Piccolo sfogo personale.
Dopotutto, il mondo virtuale non è un luogo fisico. Ma l’informatica utilizza molta più elettricità della semplice batteria del tuo laptop. I data center utilizzano l’acqua per mantenere le macchine fresche mentre bruciano tutta quell’elettricità per elaborare i nostri dati.
E poche attività online sono così assetate come l’ultimo tesoro del mondo tecnologico, ChatGPT.
A meno che tu non abbia vissuto completamente fuori rete quest’anno, probabilmente hai sentito parlare di ChatGPT e dei prodotti di intelligenza artificiale generativa (AI) di Google, Meta e altri giganti della tecnologia.
Ma capirlo potrebbe essere una questione diversa. ChatGPT è uno strumento AI rilasciato nel novembre 2022 dalla società OpenAI sostenuta da Microsoft. Sebbene ChatGPT riceva la maggior parte della stampa, non è l’unica opzione per l’intelligenza artificiale generativa. Tutti sono progettati per rispondere a domande e seguire le istruzioni per completare attività come scrivere e-mail, articoli e codice.
Dal rilascio di ChatGPT, le questioni etiche, economiche e di sicurezza dei dati relative all’intelligenza artificiale hanno ricevuto molta attenzione. Allo stesso tempo, i potenziali impatti ambientali sono stati ampiamente trascurati.
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