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Martedì 24 Marzo 2020, In un articolo pubblicato sulla rivista "The Astrophysical Journal" viene riportato uno studio su un possibile meccanismo di crescita rapida dei buchi neri supermassicci che potrebbe spiegare la loro presenza quando l'universo era molto giovane. Lo studente della SISSA (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati) Lumen Boco e il suo supervisore Andrea Lapi hanno creato un nuovo modello basato su un processo già considerato importante come l'attrito dinamico nel mezzo gassoso applicandolo a fusioni multiple.
Quasar esistevano già quando l'universo aveva meno di un miliardo di anni e le loro fortissime emissioni elettromagnetiche sono tali da essere visibili dalla Terra anche da distanze di circa 13 miliardi di anni luce. I quasar sono alimentati da buchi neri supermassicci e ciò significa che esistevano buchi neri con masse che erano milioni di volte quella del Sole quando l'universo era ancora molto giovane in termini astronomici.