Non solo #privacy, è una pratica tossica per come abitua a vivere le #relazioni.
L’altro sempre più calcolato, previsto, controllato… sempre meno accolto nella sua unicità e imprevedibilità. Non stupisce poi l’incapacità a riconoscere e preservare la diversità, le emozioni e l’incertezza.
«L’assenza non è forse, per chi ama, la più certa, la più efficace, la più viva, la più indistruttibile, la più fedele delle presenze?»
--[M. Proust]
#social #salutementale
@cultura
https://www.punto-informatico.it/instagram-mappa-amici-italia-come-funziona/
deleted by creator
deleted by creator
@liberotoncello @cultura è nella logica di questi social. Devono inventarsi continuamente qualcosa per non fare annoiare gli iscritti, trattenere account e fare in modo che passino più tempo possibile collegati a generare dati.
Questa app è studiata a tavolino proprio per sfruttare l’intolleranza al vuoto di cui soffrono ormai quasi tutti. I momenti in cui sei solə sono i momenti migliori per gli algoritmi che sfruttano quella vulnerabilità (hacking mentale)Consiglio (almeno) queste letture:

@liberotoncello @cultura L’incapacità di sostenere il vuoto è condizione emotiva sempre più frequente, accompagnata da ansia, inautenticità, incertezza, indecisione (ruoli, professioni, coinvolgimenti affettivi…)
Nell’assenza di una Alterità, personale o impersonale che sia, le esperienze di sé si fanno più incerte e rarefatte, si fatica a distinguere e riconoscere altre emozioni.
Incontrare i #dispositivi e i #social in queste condizioni emotive espone a manipolazione, è qui che operano le app.
deleted by creator
@G3rt @cultura
Mi viene in mente quel sondaggio di cui lessi qualche settimana fa secondo cui per una preoccupante fetta degli adolescenti sarebbe legittimo, giustificato, necessario condividere costantemente la propria posizione con il partner. “Se no pensa che faccio chissà cosa”. Piccole vittime in the making. 😐deleted by creator
deleted by creator
@floreana @versodiverso @G3rt @cultura moltə di questə adolescenti sono abituatə ad essere geolocalizzatə dai genitori (dai braccialetti GPS per bimbə dell’asilo alla posizione condivisa sul cellulare). Come faranno a capire che non è una modalità sana di relazionarsi?
deleted by creator
deleted by creator
deleted by creator
deleted by creator
deleted by creator
@floreana @versodiverso @G3rt @cultura esatto, e lo dico da madre. È un esercizio importante, per noi e soprattutto per loro, imparare a fare i conti con l’autonomia dell’altrə, e con un certo grado di incertezza.
Non geolocalizzare, ma “se ci perdessimo di vista, troviamoci alla fontana in mezzo alla piazza”, ecc. Abituarlə alla fiducia, affinché riconoscano eventuali tentativi di controllo come tali, e non come un segno di affetto. Purtroppo vedo intorno troppi genitori controllantideleted by creator
deleted by creator







