Non solo #privacy, è una pratica tossica per come abitua a vivere le #relazioni.
L’altro sempre più calcolato, previsto, controllato… sempre meno accolto nella sua unicità e imprevedibilità. Non stupisce poi l’incapacità a riconoscere e preservare la diversità, le emozioni e l’incertezza.

«L’assenza non è forse, per chi ama, la più certa, la più efficace, la più viva, la più indistruttibile, la più fedele delle presenze?»
--[M. Proust]

#social #salutementale
@cultura
https://www.punto-informatico.it/instagram-mappa-amici-italia-come-funziona/

  • Floreana@poliversity.it
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    5 days ago

    @G3rt @cultura
    Mi viene in mente quel sondaggio di cui lessi qualche settimana fa secondo cui per una preoccupante fetta degli adolescenti sarebbe legittimo, giustificato, necessario condividere costantemente la propria posizione con il partner. “Se no pensa che faccio chissà cosa”. Piccole vittime in the making. 😐

    • versodiverso :mastodon:@mastodon.uno
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      5 days ago

      @floreana @G3rt @cultura È la stessa stronzata di “non ho nulla da nascondere, non è un problema se collezionano i miei dati”.
      Che poi condividere la posizione non vuol dire non tradire… Perché uno può dire che va al cinema con l’amico, invece ci va con l’amante… la posizione è giusto, la compagnia no…
      Secondo me, invece crea ancor più danno… perché se devi il percorso per un qualsiasi motivo, poi ci saranno 3h di discussione, perché il controllore si potrebbe fare 3000 film in testa.

      • Floreana@poliversity.it
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        5 days ago

        @versodiverso @G3rt @cultura
        Infatti, la paranoia vuole sempre più “rassicurazioni”, ma nessuna basta mai.
        Farebbe parte del percorso di crescita superarla, capendo cosa è sano e cosa no in una relazione. Così come farebbe parte del percorso di crescita sviluppare sufficiente stima da sé da non accettare il controllo e non pretenderlo.
        C’è speranza, ma certo 'sti poveri adolescenti partono con l’hard mode.

            • Ann(in)a@livellosegreto.it
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              5 days ago

              @floreana @versodiverso @G3rt @cultura esatto, e lo dico da madre. È un esercizio importante, per noi e soprattutto per loro, imparare a fare i conti con l’autonomia dell’altrə, e con un certo grado di incertezza.
              Non geolocalizzare, ma “se ci perdessimo di vista, troviamoci alla fontana in mezzo alla piazza”, ecc. Abituarlə alla fiducia, affinché riconoscano eventuali tentativi di controllo come tali, e non come un segno di affetto. Purtroppo vedo intorno troppi genitori controllanti

              • versodiverso :mastodon:@mastodon.uno
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                5 days ago

                @Ann_in_a @floreana @G3rt @cultura
                Allora che i genitori esercitino un controllo limitato sui figli, un minimo ci sta. In fin dei conti se fanno danni i responsabili sono i genitori… però una buona educazione a casa evita che i figli facciano danni.
                Quindi geolocalizzarli no, però far capire loro che qualsiasi cosa succede devono informare subito i genitori e non peggiorare le cose.
                Ad esempio, i miei non mi hanno mai dato degli orari per tornare a casa la sera… proprio perché si fidavano

            • versodiverso :mastodon:@mastodon.uno
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              5 days ago

              @floreana @Ann_in_a @G3rt @cultura

              Parlo su una mia storia vissuta. Premesso che io non ho mai tradito e tutte le mie ex si sono sempre fidate di me, tranne una, quindi mi sono trovato spiazzato e ho fatto di tutto per assecondarla, ma più facevo chiamate, videochiamate, favo vedere la geolocalizzazione sul GPS dell’auto, etc… più la sua paranoia peggiorava, cercava di scavare sempre di più.
              Parliamo di una persona adulta, non di una 20enne.

              • versodiverso :mastodon:@mastodon.uno
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                5 days ago

                @floreana @Ann_in_a @G3rt @cultura
                In pratica è come se si creasse una sfida a trovarmi in fallo, il punto è che non l’ho mai tradita, ma non c’era verso di farglielo capire! Infatti alla fine l’ho lasciata perché era invivibile. In pratica era come un processo continuio, dove dovevo dimostrare qualsiasi spostamento e con chi ero… se poi ero da solo, l’inferno.

              • Floreana@poliversity.it
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                5 days ago

                @versodiverso @Ann_in_a @G3rt @cultura
                Il partner pazzo sospetto psicopatico l’ho avuto anch’io. C’è un confine da qualche parte tra la semplice insicurezza e il disagio psichico. Ci sono cose che vanno marchiate come inequivocabilmente inaccettabili da parte del partner, anche quando questo o questa è abile a manipolare.

                • versodiverso :mastodon:@mastodon.uno
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                  5 days ago

                  @floreana @Ann_in_a @G3rt @cultura
                  Secondo me, non ci puoi fare molto, devono andare da uno psicologo, perché è un’insicurezza grave e patologica, una cosa che non può migliorare da sola.
                  Con la mia esperienza ho capito che appena una donna cerca un qualsiasi tipo controllo, cellulare, gps, videochiamte, debbo troncare subito la relazione. Può solo peggiorare!

          • ciccillo@jazztodon.com
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            5 days ago

            @Ann_in_a @floreana @versodiverso @G3rt @cultura

            non so se dipende dai dispositivi e dall’età, ho conosciuto gente che si faceva sti film paranoici già solamente con i vecchi nokia.
            per non parlare poi delle situazioni descritte in questo film, risalente al 1964:

            https://www.raiplay.it/video/2021/04/Il-magnifico-cornuto-5904b606-e800-46c0-84b9-d4cd95897f26.html

            comunque i dispositivi tecnologici controllano tutti, non è che gli adulti ne siano esenti, un chiaro esempio di questo avviene nel mondo scolastico attraverso l’introduzione del registro elettronico che serve anche per controllare i docenti!

  • libero@mastodon.uno
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    6 days ago

    @G3rt @cultura

    Ma katso !
    Siamo arrivati a questo punto ?
    E TEMO che si potrà andare oltre !

    “In pratica, è un modo per tenerci incollati all’app ancora più a lungo mentre si controlla ossessivamente dove sono finiti i propri amici.”

    • Gert :debian: :gnu: :linux:@mastodon.unoOP
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      6 days ago

      @liberotoncello @cultura è nella logica di questi social. Devono inventarsi continuamente qualcosa per non fare annoiare gli iscritti, trattenere account e fare in modo che passino più tempo possibile collegati a generare dati.
      Questa app è studiata a tavolino proprio per sfruttare l’intolleranza al vuoto di cui soffrono ormai quasi tutti. I momenti in cui sei solə sono i momenti migliori per gli algoritmi che sfruttano quella vulnerabilità (hacking mentale)

      Consiglio (almeno) queste letture:

      • Gert :debian: :gnu: :linux:@mastodon.unoOP
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        6 days ago

        @liberotoncello @cultura L’incapacità di sostenere il vuoto è condizione emotiva sempre più frequente, accompagnata da ansia, inautenticità, incertezza, indecisione (ruoli, professioni, coinvolgimenti affettivi…)
        Nell’assenza di una Alterità, personale o impersonale che sia, le esperienze di sé si fanno più incerte e rarefatte, si fatica a distinguere e riconoscere altre emozioni.
        Incontrare i #dispositivi e i #social in queste condizioni emotive espone a manipolazione, è qui che operano le app.

        • libero@mastodon.uno
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          6 days ago

          @G3rt @cultura

          “L’incapacità di sostenere il vuoto è condizione emotiva sempre più frequente,”

          Quando parli di vuoto intendi anche il silenzio ?
          Piccolo o grande che sia ?
          Conosco persone …