La proliferazione degli anglicismi: l’inevitabile conseguenza della nostra sudditanza culturale - da “Diciamolo in italiano”
https://diciamoloinitaliano.wordpress.com/2025/11/10/la-proliferazione-degli-anglicismi-linevitabile-conseguenza-della-nostra-sudditanza-culturale/
@cultura
Di Antonio Zoppetti
Ogni anno, con il cambio dell’ora legale, i giornali sfornano i consueti articoletti che illustrano i disturbi del sonno che ne derivano, oppure il risparmio energetico che ne


@elettrona @cultura @itanglese dunque quali termini usare (senza scoppiare a ridere!) in vece di “small cap”, “rally”, “big tech”, “asset”, “token”, “blockchain” e “trading”?
@fucinafibonacci
Partiamo picconando l’assunto di base: perché dovrebbe far ridere usare parole nella propria lingua? 🙃
@elettrona @cultura
@itanglese @elettrona @cultura perché non appartengono alla propria storia? Voi usereste “musica giamaicana in levare suonata da gente con boccoli artificialmente gestiti” invece di “reggae”?
@fucinafibonacci @itanglese @elettrona @cultura però se parlando dico “musica giamaicana” la gente capisce di cosa sto parlando!
@alemioz @fucinafibonacci @itanglese @cultura In effetti il Reggae è il genere musicale tipico della Jamaica anche se non credo sia l’unico genere.
Lo stesso però non puoi fare col rock, il blues, il pop, il rap, la trap, il jazz. Sono tutti genere nati negli Stati Uniti e Gran Bretagna - a parte forse il rap le cui origini più antiche arrivano da dei cantastorie africani, almeno il concetto di parlare su una base raccontando una storia.
Ecco, non sarei d’accordo con l’eliminazione del termine inglese sulla musica, ma li toglierei alla radice quando si vendono prodotti fisici.
“ho fatto l’unboxing”, “guarda che bel packaging”, “il leader italiano del pet food”, “sei bravo nello storytelling”…
E pò, “lo stress”, che corrispettivo ha in italiano? Non puoi dire “il sovraccarico” perché non è solo una questione di pressioni nel lavoro fisico.
@alemioz @itanglese @elettrona @cultura potrebbe anche essere ska!
@fucinafibonacci
Non vi appartenevano prima, ma da quel momento in poi sì. Non capisco proprio il motivo dietro all’idea che non debba/possa accadere. Proprio quello è indice di una lingua che sa rimanere viva in sé stessa, attingendo dal proprio “funzionamento”.
Oltre alle traduzioni esistono anche gli adattamenti.
Metto anche @italofonia
@elettrona @cultura
@fucinafibonacci @cultura @itanglese blockchain è un termine tecnico. Come computer, credo. Trading dovrebbe essere l’investimento.
Io ho paura che certe prese di posizione assolutiste, partano da un fatto reale (leccare i piedi all’America) e lo trasformino in una polarizzazione peggio di Trump. SPOILER: accettare alcuni anglismi (anche OK lo è) non significa leccare gli stivali a nessuno. Si può essere scettici ed evitare quelli inutili, senza farci la figura spaghetti pizza e mandolino col mondo intero.
@elettrona @cultura @itanglese “trading” non è investimento. È “comprare e vendere per ottenere un guadagno”. Se qualcuno vuole usare questa perifrasi significa che ha tempo da perdere perché non fa trading
@fucinafibonacci
https://aaa.italofonia.info/trading/
@elettrona @cultura
@itanglese @elettrona @cultura se non l’avessi mai vista nella vita scriverei così
@fucinafibonacci @itanglese @cultura che poi anche “rock e blues” uno se volesse potrebbe tradurli in… No, sono intraducibili.
Prendendo poi l’esempio di “stalking” non è solo la persecuzione della persona ma anche darle la caccia appostandosi nei luoghi che frequenta.
Sui discorsi del servilismo italiano (ma direi europeo) verso l’America possiamo discuterne all’infinito. Potremmo dire che abbiamo la pretesa di parlare di Europa quando neanche abbiamo una lingua comune. E quella che riteniamo “consolidata” cioè l’inglese, è nata in nazioni (America e Gran Bretagna) che hanno colonizzato mezzo mondo ma di fatto questi territori sono politicamente ed economicamente fuori dal sistema Europa.
Se l’inglese ha preso piede è probabilmente perché è semplice, non devi litigare con le desinenze concordi o discordi, tipo “stamattina ho fatto una passeggiata, stasera ne ho … fatto… fatta… un’altra”. Per un italiano è relativamente facile capire quando concordare verbo e sostantivo/aggettivo e quando no. In inglese diresti “this morning I took a walk and this evening I took another” o facendola più sporca “I walked again / I did it again”…
I francesi hanno avuto “coraggio” di tradurre tutto? Difatti sono considerati “'na merda montada in scagno” (una cacca sullo sgabello) da mezzo mondo.
Io ripeto: sono una persona che ama le lingue. Per cui prima di piegarmi a una posizione assoluta o un’altra, preferisco fare attenzione a chi ho davanti. Se sono in mezzo ai veneti è più facile che parlo dialetto, idem se sono in mezzo a italiani e uno è particolarmente fastidioso.
“Sai, mi faresti la cortesia di tagliare corto, e di farti da parte?”
“Va! Mòeghe un ponto e va in mona!”
E idem per l’inglese. Cerco di usare le parole solo quando proprio non ci sono altri termini. Smartphone “telefono intelligente / multifunzione”, i me mena pal cul par na vita!